Non paga il "pizzo", giovane rapinato e sequestrato: cinque arresti
Dopo averlo portato in un appartamento di Cassano chiedendogli soldi dietro minaccia lo hanno abbandonato in strada a Canonica
Chi voleva entrare a Cassano d'Adda doveva pagare il pizzo e chi si rifiutava rischiava di fare una brutta fine. Ci sono voluti quasi quattro mesi, ma alla fine i Carabinieri della Compagnia di Pioltello hanno assicurato alla giustizia i cinque giovani che terrorizzavano i coetanei e non solo. Tre italiani di 20 e 23 anni e due albanesi di 20 e 22. Ne danno notizia i colleghi di Prima LaMartesana.
Rapito perché non pagava il pizzo
Le indagini sono partite l'11 agosto a seguito della denuncia presentata presso la Stazione Carabinieri di Vaprio d'Adda da un 17ene residente in città. Il ragazzo aveva raccontato ai militari che due giorni prima, il 9 agosto, in un pub di Cassano d'Adda era stato avvicinato da cinque giovani uomini che, dietro minaccia verbale, lo avevano costretto a consegnare una felpa e tutto il denaro contante in suo possesso.
Due giorni dopo, proprio l'11 agosto, gli stessi individui lo avevano avvicinato in una pizzeria di Vaprio e, nonostante fosse in compagnia di un amico, lo avevano nuovamente minacciato brandendo un cric. Quindi lo avevano prelevato con la forza e fatto salire su una macchina che lo aveva portato in un'abitazione di Cassano dove lo avevano sequestrato per obbligarlo a consegnare loro la somma di mille euro. Solo dopo lo avevano lasciato andare abbandonandolo in mezzo alla strada a Canonica d'Adda e obbligando il 17enne a tornare a casa a piedi.
Le indagini dei Carabinieri
A seguito della denuncia presso la Stazione di Vaprio, sono stati attivati il Nucleo operativo radiomobile e la Sezione operativa della Compagnia di Pioltello che hanno dato avvio alle indagini e, dopo aver ascoltato i testimoni e recuperato le immagini e i filmati delle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a identificare i soggetti denunciati e a ricostruire le attività criminali.
I tre italiani sono stati immediatamente fermati e condotti in carcere a San Vittore, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il primo dei due albanesi latitanti, invece, è stato raggiunto a Monza a seguito di mirate attività investigative durate qualche giorno.
La collaborazione della polizia albanese
Più complesso è stato l'arresto dell'ultimo membro della banda che aveva fato sparire le sue tracce tornando nel Paese di origine. Pensava di averla fatta franca, ma proprio a inizio novembre, grazie alla stretta collaborazione con la Polizia albanese, è stato rintracciato a Tirana dove è stato arrestato. Ora si trova in carcere in Albania in attesa di essere estradato in Italia. I cinque sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione e di rapina in concorso.