Treviglio

Nessun risarcimento per l’auto distrutta dall’albero: "Faremo causa"

La grossa pianta, caduta a luglio a causa di una tempesta, ha distrutto l'auto di una coppia di Treviglio

Nessun risarcimento per l’auto distrutta dall’albero: "Faremo causa"
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Oltre al danno, pure la beffa. Non si dà pace Cristina C., la trevigliese residente in viale Buonarroti che si è vista respingere la richiesta di risarcimento danni inoltrata al Comune a seguito della caduta di un albero secolare causata dal nubifragio dello scorso 21 luglio.

Albero caduto

"Quella mattina – ha raccontato – la bomba d’acqua che si è abbattuta su Treviglio ha spezzato uno dei grossi alberi che da decenni adornano il viale dove abito con la mia famiglia. Nel cadere, la pianta ha dapprima divelto la nostra cancellata, sporcando la facciata esterna della nostra casa e distruggendo le canaline nuove del telefono assieme a una parte della grondaia e dei coppi del tetto, e poi è atterrata sulla nostra automobile, una Toyota Yaris del 2015 con 21mila chilometri, che era parcheggiata in giardino. I danni all’immobile sono stati coperti dalla nostra assicurazione, mentre per quelli riportati dalla macchina, che ammontavano a circa 8mila euro, io e mio marito Valerio ci siamo rivolti al Comune, che subito dopo il temporale aveva anche verificato di persona le tristi conseguenze di quanto accaduto".

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Risarcimento negato

Per questo, la speranza dei due coniugi di vedere accolta la richiesta di risarcimento danni cresceva, così come cresceva il desiderio di tutela da parte delle istituzioni locali in una situazione di assoluta emergenza.

"Abbiamo presentato la richiesta di risarcimento al Comune in tempi record – ha aggiunto Cristina – Difatti, l’Ufficio Protocollo l’ha registrata con data 25 luglio, ovvero quattro giorni dopo il temporale, ma questo non è servito a velocizzare i tempi come speravamo. La Yaris è l’unica auto che abbiamo in famiglia e con il sinistro aperto non abbiamo potuto provvedere a ripararla prima di ottenere risposta dall'Assicurazione Generali che copre il nostro Ente. Abbiamo atteso tale riscontro per circa tre mesi, con la notifica ufficiale che ci è stata recapitata soltanto il 3 ottobre. In essa, si leggeva che dagli elementi in loro possesso e dagli accertamenti fatti non erano emersi profili di responsabilità a carico del Comune poiché il fatto era da attribuirsi a un fenomeno atmosferico di carattere eccezionale. Pertanto, non ci è stato riconosciuto neanche un euro di risarcimento e, per poter tornare a una vita normale e ad avere autonomia negli spostamenti, siamo stati costretti a rivolgerci al nostro meccanico di fiducia e ad aggiustare la macchina di tasca nostra, malgrado ce l’avesse distrutta una pianta del Comune".

"L'albero era marcio"

Quella stessa pianta che, non più tardi di qualche settimana fa, è stata abbattuta definitivamente. Una decisione questa, che ha insinuato nei due coniugi il sospetto che il maltempo sia stata soltanto una delle cause che ha contribuito alla caduta dell’albero.

"Già a luglio la parte del tronco spezzata ci era sembrata marcia – ha ricordato Cristina – Ma io e mio marito non siamo esperti del settore e non potevamo averne la certezza. Ora però, dopo l’abbattimento, il buco presente sulla base dell’albero lo possono vedere tutti e non ha per niente l’aria di essere sano. Per questo, tramite il nostro avvocato Giovanna Pelucchi, abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti al Comune, per poter visionare sia il fascicolo del nostro sinistro, sia la perizia fatta sull’albero dall’agronomo che ha poi portato al suo abbattimento, sia il piano di manutenzione del verde pubblico degli ultimi tre anni. Ma fin qui non ci è stato concesso".

"Valutiamo azioni legali"

Nulla di più infondato secondo l'Amministrazione comunale, che attraverso l'assessore ai Lavori pubblici e al Verde Basilio Mangano e la dottoressa Maria Grazia Fortini, responsabile dell'Ufficio Economato e Provveditorato, ha fatto sapere che «alla richiesta di accesso agli atti ricevuta si è provveduto a rispondere con esito positivo entro i termini consentiti dalla legge». Ed effettivamente, la risposta alla richiesta dell’avvocato Pelucchi c’è stata, ma per Cristina e Valerio è stata solo parziale perché con essa è stata garantito l’accesso soltanto alla documentazione relativa al proprio sinistro. Un’ulteriore delusione per entrambi, che non hanno nascosto il rammarico per aver perso fiducia nelle istituzioni locali, dalle quali si sono sentiti abbandonati.

"Stiamo quindi valutando l’ipotesi di intraprendere un’azione legale – hanno concluso – Ma le spese che essa comporterebbe andrebbero a gravare ulteriormente sul nostro bilancio familiare e adesso non possiamo permettercelo visti i soldi già sborsati per sistemare l’automobile".

Articolo di Fabiola Graziano

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