Neonata muore dopo il parto, la piccola Aurora non ce l'ha fatta
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.

Una tragedia, un finale inspiegabile di una storia durata nove mesi che si sarebbe dovuta concludere solo con tanta gioia. Invece, da martedì sera, c'è spazio solo per la disperazione. La piccola Aurora è spirata subito dopo essere venuta alla luce al termine di un travaglio durato sette ore.
Neonata muore dopo il parto
Mamma Lara Bosisio, 29 anni e papà Luigi Ferrari, di 22, di Brembate la stavano aspettando con trepidazione. Luigi, cresciuto a Ciserano e Lara, che per anni ha lavorato in paese, al Famila, non stavano più nella pelle. Il termine era fissato per il 14 novembre, ma Aurora aveva deciso di farsi attendere. Il 20, però, a Lara si rompono le acque e dopo il ricovero al Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro ha inizio il travaglio. Sette ore di fatica dove tutto sembra procedere nel modo giusto. Le viene somministrata l'epidurale e poi l'ossitocina per superare un momento di stallo del travaglio. Intorno alle 21 il personale sanitario decide di intervenire aiutando Aurora a nascere con una ventosa. Alle 21.23 Aurora nasce. Giusto il tempo di affacciarsi al mondo e poi il suo cuore si è fermato.
Il cuore di Aurora non ce l'ha fatta
Subito dopo aver visto la luce, però, il piccolo cuore di Aurora ha accusato una grave bradicardia e l'intervento immediato dei medici che l'hanno intubata e hanno cercato di rianimarla è stato inutile. Poco prima di nascere il battito della bambina era regolare. A confermarlo è il padre Luigi che ricorda di averlo visto chiaramente sul monitor. Ora, però, dovrà ora essere chiarita la causa della bradicardia che non le ha lasciato scampo.
L'esposto del papà
Una famiglia distrutta e la volontà di sapere cosa sia accaduto. Luigi Ferrari ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica che oggi ha disposto l'autopsia sul corpo della piccola. Al momento è stato aperto un fascicolo con l'accusa di omicidio colposo a carico di ignoti. Sarà da chiarire se la morte della piccola poteva essere evitata, con un intervento diverso durante l'ultima fase del travaglio o ricorrendo a un taglio cesareo d'urgenza, oppure se si tratti di un caso tragico di "morte bianca".
Continuiamo con la lotta ai cesarei costi quel che costi... tanto sono le famiglie e i feti a pagare. Gravidanza oltre termine...travaglio a tutti i costi e alla fine ventosa. Sarebbe bello conoscere: la documentazione clinica, posizione e stazione del feto (ossia partogramma), CTG, e se uso di ossitocina e kristeller insieme alla ventosa , tutto per fare il vaginale a tutti i costi che nulla ha di naturale. Aspettiamo ricordandoci Arduini 2003..."Il nostro Paese presenta la piu bassa percentuale di applicazione di forcipe e ventosa in tutta Europa. Se si sommano le percentuali di utilizzo di forcipe e ventosa in Europa al dato dei parti distocici si rileva un numero inferiore di tagli cesarei ma il numero di parti distocici resta invariato. In Europa la distocia si pone intorno al 34-35 per cento; alcuni la risolvono utilizzando il forcipe e il taglio cesareo, altri utilizzando la ventosa e il taglio cesareo; in Italia invece si risolve quasi esclusivamente con il taglio cesareo.Se non si vogliono parti distocici si deve pagare un costo che puo` essere rappresentato vuoi dal taglio cesareo vuoi dall’utilizzo del forcipe.La scelta adottata dall’Italia e` stata comunque pagante: nei primi anni Ot- tanta l’Italia era penultima in Europa, seguita solo dal Portogallo; nel 2000 l’Italia e arrivata ad essere prima in Europa, superando i Paesi della Scandinavia..." Senato della Repubblica XIV Legislatura –2– 12ª Commissione 3º Resoconto Sten.(29 ottobre 2003)