Morì gettandosi dal treno, il Comune di Bergamo pagherà il funerale
Annunciata una soluzione istituzionale per dare sepoltura al ragazzo morto a ottobre.
(nella foto il treno dal quale il ragazzo si è gettato)
Morì gettandosi dal treno in corsa perché non aveva il biglietto. Annunciata, dopo mesi una soluzione istituzionale per dare sepoltura al ragazzo nigeriano morto a ottobre: sarà il Comune di Bergamo a pagare il funerale.
Il funerale a Bergamo
A sollevare il caso la scorsa settimana sono stati i colleghi di Notizia Oggi Vercelli. Il 33enne nigeriano, morto gettandosi dal treno alla fine dello scorso mese di ottobre a San Germano Vercellese, giace ancora insepolto per conflitti di competenze su quale Ente dovesse occuparsene. A poche ore dall’uscita dell’articolo c’è stata una vera e propria gara di solidarietà. Il Consigliere Regionale Gabriele Molinari si era offerto di pagarlo personalmente, eventualmente in collaborazione con chi lo desiderasse. Ma non è stato l'unico. In una nota ufficiale del Comune di Vercelli ha annunciato la soluzione grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale di Bergamo, ultima sua residenza, dove verranno celebrate le esequie.
La nota del Comune di Vercelli
Hanno avuto esito positivo i contatti del sindaco Maura Forte con il suo omologo del Comune di Bergamo, Giorgio Gori, in relazione alla triste vicenda del ragazzo 33enne nigeriano che nell’ottobre scorso si era lanciato dal treno Chivasso – Novara nel territorio del Comune di San Germano, la cui salma giace da tre mesi all’obitorio dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli.
Oggi pomeriggio l’assessore Giacomo Angeloni della Città di Bergamo ha confermato a Maura Forte che già nelle prossime ore provvederà lo stesso Comune, dove il ragazzo ha avuto l’ultima residenza, alle esequie.
“Era una situazione tanto triste quanto vergognosa che sono riuscita finalmente a sbloccare. Questo povero ragazzo avrà finalmente sepoltura.”
La vicenda
A.I., nigeriano 33enne, è morto a ottobre dopo essersi gettato dal treno in corsa sulla linea Chivasso-Novara. Inutile il tentativo degli agenti della Polfer di trattenerlo. La salma del 33enne è rimasta per tre mesi in obitorio "ostaggio" di un rimbalzo di competenze da Ente a Ente.
Il primo "no" proprio dal comune di San Germano che, non avendo chiesto ufficialmente e di suo pugno, la rimozione del cadavere ha respinto al mittente sia la fattura che la richiesta di celebrare il "funerale di carità". Una richiesta che, invece, il Comune di Bergamo ha accettato pur essendo coinvolta in modo marginale come ultima residenza del 33enne, in quel momento senza fissa dimora. A Bergamo era arrivato dopo essere sbarcato nel 2011 a Lampedusa e aver ottenuto un regolare permesso di soggiorno.