Minacce e molestie contro Covino, maxi multa per Mazzoleni
Secondo il Gip è lei l’autrice di quantomeno parte dei fatti all'epoca denunciati dall’ex maresciallo e assessore alla Sicurezza.

Un decreto penale di condanna emesso a carico di Monica Mazzoleni per i reati di minacce, molestie disturbo e diffamazione continuati. Secondo il Gip del Tribunale di Bergamo è lei l’autrice di quantomeno parte dei fatti allora denunciati dall’ex maresciallo e assessore alla Sicurezza Alessandro Covino. Ma l’ex consigliera regionale della Lega, che attualmente siede in Consiglio comunale, si è sempre professata innocente e si è opposta con fermezza al decreto scegliendo però una via conciliatoria invece di un dibattimento pubblico.
Maxi multa per Monica Mazzoleni
È clamoroso il finale della scabrosa vicenda che nell’autunno del 2021 era esplosa come una bomba in città, rivelata a mezzo stampa proprio dal protagonista, ormai esasperato dopo circa un anno e mezzo di pesantissime vessazioni da parte di una mano anonima, nascosta nell’ombra. Tutto era cominciato nel giugno 2019 e aveva coinvolto anche altre persone vicine all’ex maresciallo. Il decreto penale di condanna risale a tempo fa, ma la notizia si è diffusa solo di recente e nel frattempo Mazzoleni ha estinto i reati di cui era stata accusata. Tre mesi di reclusione commutati in una maxi multa di 6.750 euro, questa la pena stabilita dal decreto notificato il 16 novembre 2022, a cui Mazzoleni si è subito opposta, dichiarandosi estranea ai fatti contestati. Il suo legale, ove possibile, ha fatto richiesta di oblazione e di messa alla prova. Il 28 aprile 2023 è stata quindi fissata l’udienza interlocutoria e le parti offese hanno rimesso le querele.
"Il mio consiglio è stato di opporsi al decreto per difendersi in Tribunale - ha spiegato il suo legale, Riccardo Tropea - lei si è sempre dichiarata innocente e l’indagine presentava delle lacune che a mio avviso potevano essere approfondite: questo però avrebbe significato affrontare un processo. Eventualità che avrebbe disturbato e coinvolto altre persone e per questa ragione la mia cliente ha scelto di definire la questione in maniera conciliatoria. Pertanto il decreto è stato opposto, i reati non sono stati accertati, non c’è nessuna condanna penale e non è stata pagata alcuna multa: i reati sono stati estinti attraverso condotte riparatorie".
La vicenda
Dopo la denuncia pubblica di Covino, e le querele presentate alla stazione dei carabinieri da lui e dalle altre persone finite nel mirino dell’anonimo, gli investigatori si erano messi al lavoro per cercare di venire a capo del mistero, un rompicapo sul quale si era arrovellata continuamente la stessa vittima all’epoca dei fatti, giungendo a una conclusione:
"Ovviamente non so di chi si tratti - aveva affermato - ma posso dire con certezza che non è qualcuno legato alla microcriminalità, né alla criminalità. È gente del paese. E purtroppo questo mi rammarica, perché non posso sapere che cosa abbia fatto per meritarmi tutto ciò".
Attacchi personali che avevano avvelenato la vita dell’ex maresciallo, evidentemente frutto di un profondo rancore nutrito nei suoi confronti, che ebbero gravi ripercussioni sia livello personale ma anche politico, sebbene il sindaco Mario Seghezzi abbia sempre negato la correlazione tra la revoca della delega alla Sicurezza e le dichiarazioni pubbliche di Covino sul dramma che stava vivendo.