Maxi confisca di beni al noto artigiano cremasco Antonio Silvani

Alla base del provvedimento vi è l’accertata pericolosità sociale.

Maxi confisca di beni al noto artigiano cremasco Antonio Silvani
Pubblicato:
Aggiornato:

Maxi confisca della Tenenza della Guardia di Finanza di Crema, che ha dato esecuzione al provvedimento del Tribunale di Cremona nei confronti di unità immobiliari in diverse province, auto, moto, quote di società e denaro riconducibili all'artigiano cremasco Antonio Silvani.

Noto artigiano cremasco

Il Tribunale di Cremona ha disposto la confisca dei beni nei confronti di Antonio Silvani. Si tratta di 25 unità immobiliari nelle Province di Brescia, Cremona, Bergamo e Monza Brianza, 16 tra auto e moto, quote di due società e disponibilità finanziarie. Ma anche somme di denaro individuate nei conti bancari intestati all'artigiano, al nucleo familiare e a cinque società riconducibili a esso.

Patrimonio già oggetto di sequestro

Il patrimonio confiscato fa parte dei beni già messi sotto sequestro preventivo a febbraio. Nell’ambito dell’operazione che aveva portato le Fiamme Gialle di Crema a eseguire un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell'artigiano, della figlia e della segretaria. Infatti Silvani è ritenuto l’organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, all’evasione fiscale e all’attribuzione fittizia della titolarità di beni con la quale aveva estorto fin dal 2004 indebiti pagamenti ai propri clienti. Nonostante i compensi dovuti fossero già stati saldati “in nero”. Gli altri beni, pur non confiscati, rimangono sotto sequestro nell’abito delle indagini in corso da parte della Procura della Repubblica di Cremona e gravati da atti di precetto e pignoramento da parte dei creditori. Quasi tutte banche.

Accertata pericolosità sociale

Alla base del provvedimento c'è l’accertata pericolosità sociale, visti i precedenti penali e di polizia di Silvani. Oltre alla sproporzione del patrimonio, direttamente o indirettamente riconducile a lui, rispetto a quanto dichiarato al Fisco. L’attività rientra nella strategia di aggressione dei patrimoni illeciti della criminalità organizzata. E c’è di più. La “confisca di prevenzione” intervenuta ieri, infatti, mantiene integri i suoi effetti anche nel caso di una possibile assoluzione dell’imputato in sede processuale penale. In quanto, per esempio, gli elementi indiziari non siano idonei o sufficienti a fondare l’accusa.

Seguici sui nostri canali