Maria Cornelli, una passione per i capelli che dura dal 1969
Grande festa a Palazzo Bacchetta per la storica titolare del salone di via Trieste.

Un film lungo cinquant’anni. Mezzo secolo di passione per un lavoro, che ancora oggi è la stessa del primo giorno.
Maria Cornelli
E’ un grande traguardo quello che ha raggiunto Maria Cornelli, 75 anni, titolare dell’omonimo salone di acconciature ed estetica in via Trieste. Lo stesso luogo dove aveva cominciato, poco più che ragazzina, a maneggiare forbici e pettini. La sua attività, iniziata ufficialmente nel 1969 in un garage, era stata preceduta da una lunga gavetta durante la quale aveva accumulato la grande esperienza che ancora oggi mette al servizio delle sue clienti. Alcune delle quali si affidano a lei sin dal primo giorno.
Una festa a sorpresa
Un traguardo che non poteva essere non essere festeggiato degnamente. E così, capitanati dal figlio Checco Galimberti, i parenti, gli amici più cari, il suo staff (ovvero le insostituibili Donatella, Alda e Giulia) e le clienti più affezionate, hanno organizzato una festa per commemorare l’evento. E doveva essere una giornata indimenticabile per Maria Cornelli, perché come dice lo stesso figlio "cinquant’anni di lavoro si fanno una volta sola nella vita".








In 200 all'evento
All’insaputa della festeggiata, è stato quindi organizzato tutto nei minimi particolari. Sono state stampate le foto storiche di Maria Cornelli, fin da quando era ancora una giovane parrucchiera. Immagini che sono servite per realizzare una vera e propria mostra. E quale location migliore a Treviglio, se non il suggestivo Palazzo Bacchetta di via Galliari? La festeggiata è stata quindi portata sul posto con una scusa. Poi, una volta entrata, è stata accolta dagli applausi di oltre duecento persone che non hanno voluto perdersi lo storico evento.
Pensione ancora lontana
Maria Cornelli, ovviamente, non ha potuto trattenere la commozione. Per una persona che ha fatto della passione per il lavoro quasi una ragione di vita, tanto che ancora adesso non ci pensa nemmeno ad appendere al chiodo i "ferri" del mestiere, è stato sicuramente un momento gratificante, che ha reso onore ai tanti sacrifici fatti in questo primo mezzo secolo.