Luigi Cappelletti, l'uomo che si salvò dal piroscafo Oria

Ha 95 anni Luigi Cappelletti, e una storia tutta da raccontare. Reduce della seconda guerra mondiale, è scampato al naufragio del piroscafo Oria.

Luigi Cappelletti, l'uomo che si salvò dal piroscafo Oria
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A salvargli la vita un malore poco prima dell'imbarco, che l'ha fatto arrivare al porto dopo che il piroscafo era già salpato.

Il piroscafo Oria

La storia del piroscafo Oria, nonostante l'imbarcazione sia stata protagonista di uno dei più terribili disastri navali della Storia, è poco nota. L'Oria era una nave norvegese poi requisita dai nazisti nel corso della seconda guerra mondiale. L'11 febbraio 1944 affondò, provocando la morte di oltre 4100 prigionieri italiani.

Luigi Cappelletti

Ha 95 e gode ancora di ottima salute l'antegnatese Luigi Cappelletti, reduce della seconda guerra mondiale. Scampato a un naufragio nel 1944, nessuno aveva mai collegato la sua storia a quella del piroscafo Oria, e solo nelle scorse settimane è stato possibile ricostruire il quadro completo della vicenda, scoprendo che proprio Luigi è con ogni probabilità l'ultimo superstite vivente di quel terribile episodio.

Luigi Cappelletti ai tempi della leva militare.

Vivo per miracolo e per un'infezione

A salvare la vita di Luigi, probabilmente, un'infezione intestinale: "Noi soldati ex badogliani ci trovavamo a Rodi in attesa di essere trasportati altrove - ha raccontato - E per le pessime condizioni in cui ci trovavamo avevo contratto un'infezione intestinale. Poco prima dell'imbarco sono svenuto, rimanendo indietro rispetto al resto dei soldati. Sono arrivato al porto giusto in tempo per vedere l'Oria che si allontanava, non potevo immaginare cosa sarebbe successo il giorno seguente".

 

Puoi leggere la storia completa del piroscafo Oria e delle vicende di Luigi Cappelletti sul Giornale di Treviglio e RomanoWeek in edicola questa settimana.

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Commenti
Barbara

Per favore potreste tenerci aggiornati? Non sono di TREVIGLIO ma sono pronipote di uno degli imbarcati...e chiedo a nome mio e di tutti i discendenti dei dispersi... grazie Barbara Antonini

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