Le Penne Nere sfilano in città per festeggiare i loro primi 95 anni
Inaugurata la targa commemorativa posizionata davanti al nuovo monumento ai Caduti degli Alpini dal Gruppo «Carlo Longaretti»
«Per chi è nel bisogno, in memoria di chi è andato avanti».
È proprio questa l’incisione scelta per la targa commemorativa posizionata davanti al nuovo monumento ai Caduti degli Alpini, inaugurato la scorsa domenica durante le celebrazioni per il 95esimo anniversario del Gruppo Alpini «Carlo Longaretti» di Treviglio.
I 95 anni delle Penne Nere
Per l’occasione, piazza Setti si è vestita di tricolori sventolanti e ha ospitato il 18esimo raduno dei Gruppi Alpini della Bassa Bergamasca che ha visto la partecipazione delle zone 28 e 23, comprendenti i Comuni di Treviglio, Brignano, Calvenzano, Caravaggio, Casirate, Castel Rozzone, Misano, Mozzanica, Pagazzano, Antegnate, Bariano, Calcio, Cividate, Cortenuova, Covo, Fontanella, Morengo, Pumenengo, Romano, Sola e Torre Pallavicina.
A tutti loro, il sindaco Juri Imeri ha rivolto i saluti di rito iniziali.
«I principi di solidarietà, altruismo e dedizione ispirano ogni attività degli Alpini, portandoli sempre in prima linea laddove vi sia bisogno di aiuto – ha riferito – Quando c’è bisogno di loro, gli Alpini rispondono sempre “Presente”, con prontezza, disponibilità e profondo senso civico, tanto da essere diventati un grande esempio per tutti noi, amministratori e cittadini. Del resto, la penna nera che adorna il loro cappello è un’icona che racconta il loro sacrificio durante gli eventi che hanno segnato la nostra Nazione. Pur raccontando le loro grandi gesta però, talvolta la storia dimentica di citare il loro agire quotidiano, per il quale Treviglio ed io siamo loro grati, come lo sono tutti i sindaci che hanno la fortuna di averli sul loro territorio, perché ovunque si posi lo sguardo, nell’Italia di ieri e di oggi, si può osservare il patrimonio inestimabile degli interventi che gli Alpini hanno portato avanti con determinazione e passione, solo per aiutare gli altri».
Ai ringraziamenti si è unito anche Giorgio Sonzogni, presidente della sezione di Bergamo.
«Questo è un momento di festa e vita associativa – ha aggiunto – L’Associazione Nazionale Alpini è sempre stata e sempre sarà al fianco delle nostre libere e democratiche istituzioni. La nostra giovane Repubblica italiana è stata il frutto del sacrificio di chi è stato chiamato ad adempiere il proprio dovere e di chi, anche in tempo di pace, sacrifica la propria vita. Con questi sentimenti dobbiamo continuare a operare per il bene delle nostre comunità, nelle quali dobbiamo essere presenza attiva con i fatti e non con le parole».
L'abnegazione degli Alpini
Ma lo spirito di abnegazione condiviso dal corpo alpino è stato sottolineato anche dal vicepresidente nazionale Carlo Macalli, che lo ha individuato come fonte di ispirazione per le nuove generazioni.
«Tutti i sacrifici di coloro che sono andati avanti ci hanno insegnato che anche noi dobbiamo dare qualcosa ai giovani d’oggi, affinché non si disperda un patrimonio costruito con fatica, sudore e sangue – ha affermato Macalli – Non dobbiamo fare altro che continuare a pensare a cosa ci viene chiesto dalla collettività italiana e a dare tutto il meglio di noi stessi, mettendoci come sempre il cuore, la testa e le mani. Così facendo, il nome degli Alpini continuerà a risuonare forte, di modo che ci sia sempre questa capacità di dare qualcosa alla gente. Continuiamo a pensare per il nostro futuro e per quello dei nostri ragazzi».
Il ricordo di Marino Mariani
Proprio questi ultimi, con il campo scuola «Alpini di domani», sono stati gli apri-fila del lungo corteo che subito dopo ha percorso le vie principali della città sulle note della «Fanfara Alpina» di Prezzate, interrompendosi soltanto in prossimità di due tappe intermedie.
Con la prima, in piazza Insurrezione, è stata deposta una corona di fiori al monumento ai Caduti, al quale hanno reso omaggio in religioso silenzio pure Imeri, Sonzogno e Macalli. La seconda invece, è avvenuta in piazza Mentana, il cui parco è stato individuato dall’Amministrazione comunale come dimora del nuovo monumento ai Caduti degli Alpini.
Ideato dal compianto alpino e dipendente comunale Marino Mariani, scomparso nel 2022 a seguito di una repentina malattia, il monumento è stato frutto dell’attento lavoro di Giuliano Gaigher, celebre maestro vetraio trevigliese, che ha realizzato una «Penna Aquila Ordinanza» in vetro e ha poi provveduto a inserirla all’interno del tronco dell’acero spezzato dalla tromba d’aria del 2019.
La benedizione
Al termine dell’inaugurazione, culminata nella benedizione solenne di Alvaro Cappellini che ha sostituito monsignor Norberto Donghi, lo stesso Gaigher ha rivelato alcuni dettagli importanti sull’opera: «La penna è alta un metro e 40 centimetri. È stata creata con l’assemblaggio e la fusione di diversi pezzi di vetro, materiale facile da lavorare ma anche duro, a rappresentare l’umanità nella sua essenza. Entro fine mese, provvederemo a collocare due vetri anti-sfondamento a sua protezione».
Giusto in tempo per il prossimo 4 novembre, quando l’Amministrazione farà nuovamente visita al monumento in occasione della «Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate».