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La protesta degli agricoltori arriva sul palco di Sanremo

Riscatto Agricolo, il movimento che da sette giorni sta tenendo le fila di una grande mobilitazione su tutto il suolo nazionale, parlerà dal Teatro Ariston

La protesta degli agricoltori arriva sul palco di Sanremo
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Da una settimana manifestano per le strade di tutta Italia, facendo rombare i motori dei loro trattori, per chiedere che venga ascoltata la loro voce. Sono gli agricoltori, non solo lombardi, che protestano contro le politiche europee che stanno mettendo in ginocchio un intero settore. I sit-in e i cortei sono ripresi ieri, lunedì 5 febbraio 2024, ma gli agricoltori stanno per calcare un palco importante, quello di Sanremo.

Gli agricoltori a Sanremo

Dal Teatro Ariston, su invito di Amadeus, una delegazione potrà far sentire la propria voce e le richieste di un settore cardine dell'economia italiana. Ad accettare l'invito del presentatore cono stati alcuni giovani delegati di Riscatto Agricolo, il movimento che da sette giorni sta tenendo le fila di una grande mobilitazione su tutto il suolo nazionale. Tra oggi e domani una delegazione raggiungerà la città ligure per portare le proposte degli agricoltori sul palco del Festival.

"Porteremo al Festival le nostre preoccupazioni, le nostre paure e le nostre fatiche, determinati a illustrare le molte idee e proposte di noi giovani agricoltori, determinati a continuare a sperare nel futuro della nostra agricoltura e determinati nel continuare gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni - hanno fatto sapere in una nota gli esponenti di Riscatto Agricolo - Solo con un’agricoltura viva c’è vita, c’è sicurezza alimentare, c’è rispetto dell’ambiente, c’è futuro. Se si ferma l’agricoltura crolla tutto. Siamo inoltre molto determinati a rivendicare con orgoglio e riscatto la speranza di non mollare e di far capire alle istituzioni ed ai cittadini che senza gli agricoltori non vi sarà mai la sovranità alimentare che rende i popoli liberi".

Domani a Palazzo Pirelli

E domani, mercoledì 7 febbraio, un'altra delegazione sarà ricevuta anche in Commissione “Agricoltura, montagna e foreste” presieduta da Floriano Massardi (Lega). Nell’occasione interverranno alcuni rappresentanti del mondo agricolo lombardo e dei movimenti che stanno dando vita all’onda di protesta degli agricoltori e alla mobilitazione dei trattori. L’audizione si terrà alle 11.30 a Palazzo Pirelli in Sala Merini.

Beduschi tuona contro il PD

Già l'indomani dell'inizio delle manifestazioni l'assessore regionale all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi aveva commentato duramente contro chi puntava il dito contro le politiche regionali.

"Chi accusa Regione Lombardia di non sostenere il settore zootecnico non conosce vergogna - ha dichiarato - Non solo, come capita sempre più spesso, si è dato alle fake news per cercare visibilità, ma nella fattispecie ha sostenuto anni di politiche europee antiitaliane e antiagricole".

Il riferimento è a quanto sostenuto dai consiglieri del Pd sul tema del sostegno al comparto zootecnico. L'assessore Beduschi ricorda che, in sede di negoziazione della nuova PAC, la Lombardia ha chiesto e ottenuto risorse a vantaggio degli allevatori proprio per "contenere" l'aumento dei costi a fronte anche della crisi economica, ottenendo sostegni specifici proprio per carne e latte.

"La nuova PAC - ha ricordato l'assessore - destina 218 milioni di euro annui alla zootecnia: si va dai 123 euro a capo per chi produce latte in montagna, fino ai 67 delle vacche da latte in pianura, cui sia aggiungono oltre 92 milioni di euro annui di risorse nazionali. Al settore della carne bovina sono destinate risorse annue pari a 112 milioni di euro. A questi fondi - prosegue Beduschi - va aggiunto quanto previsto sul cosiddetto Ecoschema 1 da 376 milioni l'anno anche per il benessere animale".

E poi un'ultima stoccata.

"La coerenza non abita dalle parti di chi avanza queste critiche - rimarca l'assessore - che oggi è velocissimo a salire sui trattori della protesta. C'è da chiedersi dove fossero in questi anni quando l'Unione europea a trazione socialista ha deciso di ridurre la produzione agricola, dare al settore primario la responsabilità di ogni male e messo ai nostri produttori vincoli di tutti i tipi mentre importiamo cibi da Paesi che non seguono regole. Insomma - ha concluso Beduschi - i principali colpevoli della crisi dell'agricoltura oggi scaricano sugli altri i problemi creati da loro".

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