Treviglio

La nuova ciclabile del Cerreto e la guerra dei cacciatori: "Non passi da lì"

Dal centro città al Bosco del Castagno del Cerreto lungo un'unica pista ciclopedonale protetta. Ma il progetto del Comune non piace ai cacciatori...

La nuova ciclabile del Cerreto e la guerra dei cacciatori: "Non passi da lì"
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Da Treviglio al Bosco del Castagno del Cerreto lungo un'unica pista ciclopedonale protetta dal traffico, immersa nella campagna. E’ tutto pronto a Treviglio per il progetto della nuova strada che permetterà di raggiungere una delle ultime oasi verdi della Bassa, partendo da via Bottego e via Pasturana, in zona nord, e quindi dalla rete della Bicipolitana trevigliese. A mettersi (almeno un poco) di traverso sono però alcuni cacciatori della frazione di Castel Cerreto, che hanno cominciato una battaglia a suon di lettere per chiedere di spostare il percorso naturalistico. Secondo le previsioni del Comune passerà infatti accanto a uno storico capanno di caccia, e per loro significherebbe terminare le attività.

Il percorso ciclopedonale

Il progetto della pista ciclabile è stato ideato dall’Amministrazione comunale, di concerto con la Fondazione Istituti Educativi di Bergamo, proprietaria dei terreni, e ha come scopo quella di valorizzare l’area naturalistica del borgo, l’ultima rimasta sul territorio trevigliese. L'area, soprattutto in questi mesi di pandemia, è stata frequentata del resto da migliaia di trevigliesi che fanno jogging, camminano o pedalano in bicicletta  praticamente tutti i giorni e specialmente nei weekend.

In giallo, il percorso ciclopedonale che da via Bottego raggiunge il Cerreto e poi effettua un percorso ad anello a sud del Bosco del Castagno. In rosso, in alto il punto in cui si trova il capanno da caccia. Sotto: le chiusure al traffico di via Reni e il luogo in cui si costruirà un nuovo ponticello per far passare la pista sopra la roggia

Il capanno da caccia

Finalmente, verrebbe da dire: da tempo si parla infatti di collegare il centro alle due frazioni, tramite percorsi ciclabili di interesse naturalistico. Un gruppo di cacciatori del Cerreto la pensa però diversamente. La nuova pista ciclabile infatti, costeggiando nel suo ultimo tratto ad anello il lato sul del Bosco del Castagno, passa  accanto a un capanno di caccia che esiste da almeno una quarantina di anni, e alla quale le "doppiette" non vogliono rinunciare. Abbatterlo, spiegano, o anche soltanto spostarlo da quel punto ritenuto "strategico", significherebbe sostanzialmente rinunciare all’attività venatoria.

E' partita quindi una campagna che ha coinvolto anche alcuni membri del Comitato di quartiere di Castel Cerreto, proponendo sostanziali modifiche al progetto di Comune e Istituti educativi. Anche perché alcuni dei cacciatori sono affittuari dei terreni degli Istituti Educativi stessi, dove sorge la struttura.

«Già da tempo - scrivono i firmatari nella missiva - alcuni di noi hanno interagito con l’Amministrazione comunale criticando il progetto in maniera costruttiva e chiedendo, mansuetamente e apertamente, di variare l’attuale tracciato della ciclabile che si vuole creare. Siamo ben favorevoli - prosegue la lettera - a una rivalutazione del nostro territorio, ma ciò non a discapito di ciò che già esiste. Crediamo che il tracciato possa mettere a repentaglio il rispetto di alcuni luoghi caratteristici della zona e di attività, svolte stagionalmente, in loco. Abbiamo già suggerito all’Amministrazione tracciati alternativi - hanno poi sottolineato i cacciatori - e siamo aperti a qualunque diversa risoluzione, fintanto che mantenga intonsa l’attività annuale di chi frequenta la “Madonnina”, dell’associazione Cacciatori e di chi, quotidianamente, cerca nel bosco un luogo di pace e tranquillità».

Legambiente: "Non siamo contro la caccia, ma..."

Dall’altra parte della «barricata», oltre ovviamente all’Amministrazione comunale che tiene molto a questo progetto, c’è Legambiente, l’associazione che, di fatto, cura il Bosco del Castagno. «Sia ben chiaro - ha premesso il presidente del Circolo trevigliese, Stefano Cerea - noi non siamo contro i cacciatori. Anzi, con loro abbiamo un buon rapporto e in passato abbiamo anche collaborato. Credo però che quest’area, a prescindere da come la si pensi in merito, non si presti più per l’attività venatoria. Quarant’anni fa poteva avere un senso, ma oggi, con la creazione di un’area naturalistica molto frequentata, mi sembra alquanto fuori luogo. I tempi cambiano e bisogna adeguarsi. Piuttosto, credo che il capanno possa rientrare in un percorso didattico. Ai bambini delle scuole in visita si spiegherebbe a cosa serviva e qual era, ed è, la funzione dei cacciatori».

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