gratta e vinci

La battaglia dei Comuni: "Stop al gioco d'azzardo"

Da Bergamo a Cologno, fino a Fontanella e Barbata: i sindaci ordinano lo stop ai Gratta e vinci

La battaglia dei Comuni: "Stop al gioco d'azzardo"
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"Non buttate via i vostri soldi nel gioco: piuttosto fate una donazione ai nostri ospedali". A dirlo è il primo cittadino colognese Chiara Drago, che lunedì scorso ha firmato un’ordinanza ad hoc con l’obiettivo di sospendere qualsiasi tipo di gioco d’azzardo, con lo scopo di limitare assembramenti all’interno del paese.

Lo stop in Italia

In realtà, però, in tutta Italia ora il gioco d’azzardo è stato sospeso. Lo stop alle slot anche nei tabaccai è stato comunicato all'Agenzia per le Dogane e i Monopoli in una direttiva firmata dal direttore Marcello Minenna e inviata lo scorso 12 marzo a "tutti i concessionari del gioco pubblico" e a "tutte le rivendite generi di Monopolio (tabaccai)". Così ora in Italia sono spente tutte le "macchinette".

Da Bergamo fino a Cologno

Ma molti sindaci, primo fra tutti Giorgio Gori di Bergamo, sono andati oltre vietando ogni tipologia di azzardo, compreso il "Gratta e vinci". Lo stesso ha fatto Drago. Il testo firmato dal sindaco parla infatti chiaro: "gli esercizi nei cui locali, nei periodi ordinari, si svolgono attività miste (ad esempio bar, tabacchi, sala giochi), sono autorizzati a svolgere esclusivamente le attività consentite dal decreto dell’11 marzo 2020 – è scritto nell’ordinanza - e hanno l’obbligo della sospensione immediata di tutte le tipologie di gioco lecito che prevedono vincite in denaro (a titolo esemplificativo e non esaustivo “new slot”, “gratta e vinci”, “10 e lotto”)". Il blocco avrà durata, per ora, fino al 25 marzo.

Evitare assembramenti

La decisione di Drago è arrivata dopo nuove segnalazioni da parte dei cittadini della presenza di numerose persone per le vie del paese. In particolare gli anziani, la fascia della popolazione più sensibile al virus. Gli stessi tendono ad uscire di casa per giocare ai classici "Gratta e Vinci", esponendosi al rischio del contagio.

La motivazione del sindaco

"Mi è stato segnalato che in questi giorni nel nostro paese purtroppo si vedono ancora persone, spesso anziane, che escono per recarsi nelle tabaccherie a comprare i “grattini” o per giocare – ha spiegato il sindaco colognese – Per questo motivo, lunedì ho firmato  un’ordinanza che sospende tutte le tipologie di gioco nelle nostre tabaccherie. State a casa, non buttate via i vostri soldi nel gioco: piuttosto fate una donazione ai nostri ospedali che in questo momento sono in difficoltà".

Una scelta condivisa

Drago, nella Bassa, non è però da sola nella "lotta" al gioco d’azzardo. La stessa ordinanza è stata firmata anche negli altri Comuni che fanno capo all’azienda consortile Solidalia (ambito di Romano): tra cui Fontanella, Barbata, Covo e molti altri. La scelta di firmare o meno l’ordinanza resta comunque a discrezione di ogni singolo, sulla base della situazione locale. Infatti ci sono Comuni dove non ci sono ricevitorie, alcuni ne hanno solo una, in altri invece le stesse non vengono prese d’assalto. Ogni sindaco ha fatto le dovute valutazioni prima di decidere per lo "stop" totale.

Possibile ricorso al Tar?

L’ordinanza anti "Gratta e Vinci" potrebbe essere contestata, tramite ricorso al Tar. Eppure i sindaci sono sicuri della propria decisione perché si sono mossi all’interno delle prescrizioni fornite dal decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Infatti, secondo quanto scritto nel testo, al momento risultano "sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità" le quali sono state poi elencate in uno specifico allegato, dove però non è riportata la dicitura "attività di gioco con premi in denaro". Di fatto il gioco d’azzardo legalizzato non è espressamente vietato, ma nemmeno è considerato come di primaria necessità. I sindaci hanno, in ogni caso, agito per il bene pubblico, con lo scopo ultimo di evitare assembramenti.

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