Fara d'Adda

"Io, nel deserto, a caccia dello Spinosauro": ecco l'Indiana Jones di Fara

Diego Mattarelli ha partecipato a due spedizioni che hanno portato alla luce la coda del gigante

"Io, nel deserto, a caccia dello Spinosauro": ecco l'Indiana Jones di Fara
Pubblicato:

Un farese nel team internazionale che ha rinvenuto la prima coda quasi completa di uno Spinosauro, il più grande dinosauro predatore di tutti i tempi. L’Indiana Jones della Bassa è Diego Mattarelli , anche se lui, ci tiene a precisarlo, non è un archeologo, ma un geologo e divulgatore scientifico divenuto paleontologo sul campo.

La spedizione

Una scoperta sensazionale quella di cui è stato coprotagonista il 41enne, avvenuta in Marocco, nel deserto del Sahara, dove le ossa della coda del gigante preistorico, vissuto cento milioni di anni fa, sono riaffiorate dalla sabbia durante una serie di campagne di scavo tra il 2015 e il 2019, e ora sono conservate all’Università di Casablanca. Lo Spinosauro era un carnivoro in grado di camminare ma anche di nuotare proprio grazie alla possente appendice piatta, lunga cinque metri e alta uno.

Lo spinosauro

"L’esemplare scoperto è il dinosauro predatore più completo di tutta l’Africa continentale come ha detto Nizar Ibrahim, il paleontologo tedesco-marocchino che ha coordinato il gruppo di scavo e di studio - ha spiegato Mattarelli - Da anni mi occupo di didattica e divulgazione scientifica, collaborando principalmente con il Civico Museo di Storia Naturale e il Civico Planetario Ulrico Hoepli di Milano. Da sempre appassionato di fossili e dinosauri, ho incontrato la paleontologia vera proprio al museo milanese. Nel 2018 ho avuto l’onore di partecipare a due spedizioni, finanziate principalmente da National Geographic".

L'articolo della scoperta

Mercoledì 29 aprile il team ha pubblicato on line sulla rivista scientifica "Nature" un articolo sulla scoperta. "Il grande pubblico conosce questo animale grazie al film Jurassic Park III di Steven Spielberg ma per la scienza fino a questi ultimi anni in parte era ancora misterioso - ha raccontato - L’esperienza che ho vissuto mi ha permesso di diventare parte della storia che prima avevo solo raccontato facendo didattica a una mostra sul tema a Milano, nel 2015. A settembre del 2018 infatti mi sono trovato a sbarcare a Casablanca, accolto dal capo della spedizione che per me era un’icona, il dottor Ibrahim". Da lì è cominciata la grande avventura tra la sabbia bollente delle dune bruciate dal sole.

Un lavoro arduo

"Dopo otto ore di auto abbiamo raggiunto una casba a Erfoud - ha spiegato - e ogni mattina due ore in jeep per raggiungere la zona di scavo, poi un paio di chilometri a piedi, con gli zaini in spalla carichi di attrezzatura, acqua e cibo. Gli autisti- guida si occupavano di preparare da mangiare all’ombra di un grosso masso. Rientro al tramonto con due chili di sabbia addosso e la voglia matta di farsi la doccia e buttarsi sul letto". Un duro lavoro che però ha portato al clamoroso risultato che ha ripagato ampiamente ogni fatica. "Quello che abbiamo ritrovato ci ha tolto il fiato, non avevamo idea che l’animale avesse una coda simile - ha ammesso il geologo - La scoperta, oltre a ridisegnare la sua silhouette, dimostra che i dinosauri, a un certo punto della loro esistenza, invasero anche l’ambiente acquatico. Già essere il primo a toccare un piccolo frammento dell’osso di un animale vissuto centro milioni di anni fa è un’emozione fortissima, ma scoprire che quello che affiora dalla terra è qualcosa di cui nessuno immaginava l’esistenza è qualcosa di indescrivibile: sai che, pur in piccolissima parte, contribuirai a riscrivere ciò che si trova sui libri".

Scansioni 3D

Il materiale fossilifero è di proprietà del Paese in cui si trova, ma gli scienziati hanno potuto portar fuori alcune ossa per motivi di studio e scansionare tutti i reperti in 3D. "Ricoperto il sito dello scavo siamo rientrati dopo poco più di una settimana - ha concluso Mattarelli - si tornerà nella speranza che nel frattempo non entrino in azione gli sciacalli". Un’avventura memorabile che segna una tappa fondamentale nella sua carriera.

TORNA ALLA HOME

 

Seguici sui nostri canali