In attesa del nuovo Papa: così mamma Maria Tadini raccolta il suo Pierbattista
Questa mattina è arrivata la seconda fumata nera: in attesa dell'elezione del nuovo pontefice ripubblichiamo l'intervista alla madre del cardinale colognese Pizzaballa

La seconda fumata nera dal comignolo su cui sono puntati gli occhi di tutto il mondo è arrivata pochi minuti prima di mezzogiorno. Non c'è ancora accordo sul nome del nuovo pontefice che raccoglierà l'eredità di Papa Francesco. E mentre si attende la prossima votazione, prevista nel pomeriggio di oggi, 8 maggio 2025, nella Bassa si continua a "fare il tifo" per il cardinale colognese Pierbattista Pizzaballa.
Seconda fumata nera
La prima fumata nera era arrivata alle 21 di ieri, 7 maggio 2025, in ritardo di due ore sull'iniziale stima che prevedeva di vedere alzarsi il fumo dal comignolo intorno alle 19. Una piazza San Pietro gremita ha atteso in trepidazione un'elezione che, com'era prevedibile, non c'è stata. Tutto rimandato a questa mattina con il secondo scrutinio che si è concluso ancora con un nulla di fatto.
Intanto, però, i bookmaker internazionali continuano ad aggiornare le loro previsioni. Al momento, la nota piattaforma di scommesse inglese William Hill vede ancora un testa a testa tra i cardinali Luis Antonio Tagle e Pietro Parolin con un leggero vantaggio per il cardinale filippino (offerto a 3 contro il 3.50 di Parolin). Seguono poi due italiani: Matteo Zuppi e il colognese Pierbattista Pizzaballa (dati a 6) e il ghanese Peter Turkson (a 9).
Vi racconto il mio Pierbattista
Nella Bassa la trepidazione aumenta in attesa di sapere se davvero si potrà avere di nuovo un papa bergamasco. E nell'attesa che sta riunendo tutto il mondo ripubblichiamo oggi, nella speranza che sia di auspicio, una lunga intervista che racconta in modo plastico chi sia "davvero", al di sotto dell’abito porpora, il cardinale di Cologno al Serio.
Era l’ottobre 2020. Nel pieno dell’incubo della tragedia Covid che in quei mesi spezzava vite ogni giorno, a raccontarlo è sua madre, Maria Tadini. A pochi giorni dalla nomina di Pizzaballa a Patriarca di Gerusalemme dei latini, mamma Maria aveva aperto le porte di casa propria al Giornale di Treviglio. Nella lunga intervista rilasciata a Leonardo Berta, racconta non solo dell’infanzia di Pizzaballa ma anche del suo instancabile lavoro per costruire la pace in Medio Oriente.
Siamo a metà strada tra Cologno e Brignano, nella piccolissima frazione colognese di Castel Liteggio. In via della Fattoria, una strada a fondo chiuso che parte dai ruderi del maniero quattrocentesco che dà il nome alla località, le fotografie segnano il tempo e raccontano la vita di una famiglia normale, felice, in cui sessant’anni fa mosse i primi passi quella che oggi è una delle figure più carismatiche, importanti e amate dell’intera Cristianità.
Mamma Maria, classe 1935. Papa Pietro, classe 1932, mancato alcuni anni fa. Tre figli. Nel cuore di Maria Maddalena Tadini l’orgoglio si mischia a una cura tutta materna per il suo Pierbattista. Già tredici anni fa, quando ancora non era cardinale, si faceva il suo nome per il Conclave.
"Sono contenta ed orgogliosa – raccontava, parlando della nomina a Patriarca – Onestamente, nemmeno Pierbattista si aspettava una nomina di questo tipo. Pensava che dopo tanti anni, il suo servizio sarebbe stato richiesto in un’altra parte del mondo. Invece, il Papa (all’epoca Francesco, ndr) ha ritenuto che solo lui fosse la persona più indicata per rivestire un ruolo così cruciale come questo".
La speranza materna era che avrebbe trovato un po’ di "tregua" dopo anni di una carriera ecclesiastica faticosissima, in uno degli angoli più belli e convulsi del pianeta, la Terra Santa.
"Ormai è tanti anni che Pierbattista si trova in Terra Santa e sa come muoversi. Ciononostante quello di Patriarca è un incarico sensibile che richiede molta energia e impegno. Non nego che quando ho saputo della nomina, mi sono chiesta quando anche il mio Pierbattista avrà un momento di tregua. Ma lui... Beh, lui certo non avrà fatto una piega e avrà risposto con l’obbedienza. In fondo il suo motto è semplice: “Fiat voluntas tua”: “Sia fatta la tua volontà”".
Del resto è sempre stato così, fin dai tempi dei calzoncini corti. Com’era, Pierbattista Pizzaballa da bambino?
"A nove anni lui sapeva già di volersi fare prete – ricorda mamma Maria – Era veramente convinto, aveva sentito la vocazione molto presto, mentre io, beh io inizialmente ero contraria, non volevo che andasse in Seminario. Alla fine però è stato così insistente che mi sono dovuta ricredere e l’ho iscritto alla scuola, a Bologna. Devo dire a posteriori che è stata una scelta molto saggia, la strada giusta per mio figlio".
L'incontro con i Francescani
Poi è arrivato l’incontro con i Francescani e con la figura di Francesco, che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita e la carriera. La genuina ambizione di fare cose grandi, di cambiare il mondo e la storia, nella testa e nelle mani di un uomo umile e mite.
Da Cologno, ancora bambino, Pierbattista si trasferisce dai Frati minori dell'Emilia Romagna. Poi le scuole medie nel Seminario minore "Le Grazie" di Rimini. Prende la maturità classica al Seminario Arcivescovile di Ferrara nel giugno del 1984, e non è un anno normale, anche per la Chiesa italiana, sono anni di cambiamento.
Alle Politiche, per la prima e unica volta nella storia, il Partito comunista italiano superava in quell’anno la Democrazia cristiana. Padre Pizzaballa veste l'abito religioso il 5 settembre, nel convento di Santo Spirito a Ferrara ed entra nel noviziato del Santuario della Verna, come frate minore dell'allora provincia francescana di Cristo Re. Emette la professione temporanea il 7 settembre 1985. Il 10 ottobre 1989 emette la professione solenne presso la chiesa di sant’Antonio da Padova.
La vita in Terra Santa
Nel 1990 consegue il baccalaureato in Teologia e il 15 settembre è ordinato sacerdote nella cattedrale di Bologna dal cardinale Giacomo Biffi. Dopo due settimane si trasferisce in Terra Santa a Gerusalemme. Ottobre. Le due Germanie si riunificavano proprio in quei giorni. In Medio Oriente si preparava la Prima Guerra del Golfo: l’Iraq invade il Kuwait. E mamma Maria, a Cologno, aspetta.
"Praticamente è da trent’ anni che Pierbattista si trova a Gerusalemme – ha raccontato la madre – Più volte sono andata a trovarlo ma ora che sono più anziana riesco meno ad andarci. Eppure anche quando mi recavo in Terra Santa, era difficile che riuscissi a trascorrere molto tempo con mio figlio, perché era talmente impegnato che lo vedevo raramente. E’ meglio attendere il suo rientro a Cologno, per poter avere notizie da lui".
Il legame con la sua terra
Il legame del Patriarca con la sua terra è del resto forte nonostante la distanza.
"A Gerusalemme lo chiamano “orobicum”... - sorride Maria - E non solo perché viene da qui, ma perché è un bergamasco a tutti gli effetti: tenace e testardo. Cerca di tornare a casa spesso, perché qui ha i suoi affetti più cari ed anche perché qui prova la sensazione di sentirsi a casa".
Ottobre 2020. Nel cuore di una pandemia mondiale, alle mani di un colognese papa Francesco affida un pezzo della pace possibile per la Terra Santa e Gerusalemme.
"Non sarà facile. Lui però ha le idee chiare – confessa Maria – Sa bene, anzi benissimo, che a Gerusalemme la situazione è difficile, anche se le cose, ottimisticamente, si stanno un po’ sistemando... Speriamo. Sicuramente, pensa che dopo tanti anni, gli abitanti di Gerusalemme debbano imparare a camminare con le “loro gambe”. La Chiesa in questi anni ha fatto tantissimo per favorire il dialogo e eliminare le tensioni. E’ giusto che anche da parte loro gli sforzi aumentino".
Ma lui, il suo Pierbattista, ce la farà. Maria non ha dubbi. E le mamme non sbagliano mai.