Fiume killer: un tuffo nell'Adda è costato la vita a un 45enne

La comandante della Locale Ombretta Colombo: "Il divieto di balneazione viene rispettato solo quando ci siamo noi a vigilare. Serve più disciplina da parte dei cittadini"

Fiume killer: un tuffo nell'Adda è costato la vita a un 45enne
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L'Adda torna a mietere vittime. Come ogni anno, durante la calura estiva, sono in molti ad essere tentati di tuffarsi nei fiumi per rinfrescarsi. Purtroppo però, quello che sembra essere solo un tuffo, spesso assume poi i contorni di una tragedia. Come è accaduto lo scorso week end al 45enne Luigi Regantini, originario di Ciserano.

Cosa è successo

Dallo scorso giovedì pomeriggio di Luigi Regantini, originario di Ciserano ma da anni residente a Verdellino, non si avevano notizie. Solo il giorno seguente, dopo una giornata di ricerche, il suo corpo è stato ritrovato senza vita nelle acque del fiume Adda. L'uomo, dopo aver parcheggiato l'auto nei pressi della diga Pora Cà, aveva deciso di rinfrescarsi nel corso d'acqua quando, probabilmente colto da un malore, ha perso i sensi, facendosi trasportare dalla corrente fino al canale Retorto, nel territorio di Cassano.

Quel divieto troppo spesso ignorato

La drammatica vicenda che ha colpito Luigi Regantini, purtroppo non è nuova. Ogni anno infatti a Fara e in altri paesi a ridosso di corsi d'acqua, con l'arrivo della stagione estiva, episodi di questo genere accadono con una frequenza agghiacciante. E tutti, quasi sempre, accadono per il mancato rispetto di una semplice norma: il divieto di balneazione. Perché può sembrare assurdo, ma per un semplice tutto si può morire. Ma nonostante l'ingente campagna mediatica e una serie di tragedie che probabilmente si sarebbero potute evitare, c'è ancora chi sembra non riuscire a rinunciare a un tuffo.

La sicurezza al primo posto

Proprio per questo, il 15 maggio, è partito il progetto "Adda sicura", voluto dall'Amministrazione comunale e reso possibile dall'impegno della Polizia locale. Obiettivo principale è quello di disciplinare le affluenze al fiume, ma presidiare costantemente la sponda è impossibile e i cartelli vengono tuttora ignorati. E a confermarlo sono le stesse Forze dell'Ordine: "Il progetto procede, ma il divieto di balneazione viene rispettato solo quando ci siamo noi a vigilare nel fine settimana - ha spiegato il comandante della Polizia locale Ombretta Colombo - In assenza della Locale le persone diventano indisciplinate. Ciò che manca - ha concluso la comandante - è un buon livello di consapevolezza e disciplina dei cittadini".

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