Il pittore della Bassa che ha dipinto il busto del Papa Buono all'ospedale in Fiera FOTO VIDEO

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Un busto di gesso di Papa Giovanni XXII abbandonato nell'ex ospedale, a Bergamo. Un ospedale da campo in costruzione, alla Fiera. E un artista, Gianpaolo Zanchi, originario di Stezzano, residente a Martinengo ma legatissimo anche a Cividate, che ha deciso di mettere in campo testa e mani, per dare il suo contributo all'emergenza. Sono i tre ingredienti di una storia commovente di passione e fede, che si è verificata nel cuore dell'inferno. La storia del busto di gesso che si trova all'ingresso del nuovo ospedale degli Alpini, e che è diventato un simbolo di speranza e di vita, ancorato alla memoria del Papa buono di Sotto il Monte.

Giampaolo Zanchi e il busto di gesso

Tutto comincia quando nell'ex ospedale di via Lunga, un responsabile dell'ospedale di Bergamo trova un vecchio busto di Papa Roncalli, ammaccato e impolverato. Sembra davvero un segno del destino, in quelle ore drammatiche. Così si decide di portarlo al cantiere della Fiera, dove il destino ci rimette del suo e fa in modo che a incappare nel busto siano due imbianchini, Enzo e Fabiano Zanchi, cugini. Stanno lavorando nella struttura e vedono per la prima volta il busto quando la direzione lavori della Fiera li convoca chiedendo loro di dare una mano di bianco anche alla scultura e poi, perché no, di colorarla? I due imbianchini sulle prime declinano: "Siamo imbianchini, non pittori". Ma poi si accende l'idea.

Il papà artista e il video su whatsapp

Il papà di Fabiano, Gianpaolo, 66 anni, è un appassionato pittore fin da quando era ragazzo. E quel busto bianco, con un po' di colore, lo saprebbe riportare a nuovo. Così tira fuori il cellulare, gira un breve video e lo manda al padre. "Ciao papi, eccolo qui... è un gesso, gli abbiamo dato il bianco. Fallo come vuoi tu...  alla gente che 'la pasa fo' deve sembrare che è vero".

Non serve altro. Giampaolo prende colori e pennello, indossa una mascherina ed esce di casa. Ci si mette di buzzo buono e trasforma un gesso abbandonato in uno dei simboli della fede e della speranza che si respirano, nonostante tutto, varcata la soglia di quell'ospedale.

Due giorni di lavoro

"Appena ricevuta la chiamata, da mio figlio e mio nipote, ero pronto" ha raccontato nei giorni scorsi ai colleghi di PrimaBergamo. "Sarei subito andato al cantiere (dove l’opera prestata è da tutti offerta gratuitamente, ndr). Mi hanno detto: “Va bene anche domani”. Ho sempre avuto una particolare devozione per papa Giovanni, nel 2000 ho dipinto per il Pime un ritratto che è custodito a Sotto il Monte, nella casa natale del Papa Buono. Tra il 30 e il 31 marzo ho completato la decorazione del busto, nel primo giorno l’ho dipinto interamente, nel secondo ho realizzato delle velature per rendere il manufatto più bello e realistico. Durante la lavorazione molte delle persone qui impegnate sono passate per un saluto, uno sguardo, una foto o un video. Anche i militari russi".

Il risultato? Eccolo qui.

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