Dalmine

Il ferito non era chi diceva di essere: arrestato

Tradito da uno scatto di rabbia un latitante marocchino durante un controllo dei carabinieri di Treviglio. Dovrà scontare sei anni.

Il ferito non era chi diceva di essere: arrestato
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Non è noto il motivo della lite che ha coinvolto nei giorni scorsi due giovani uomini a Dalmine, ma di certo con il senno di poi entrambi staranno rimpiangendo in questo momento di non averla risolta con più miti consigli. Perché l’intervento dei carabinieri ha portato uno dei due direttamente all'espatrio, e l'altro in carcere. Dovrà scontare ben sei anni.

Le segnalazioni: "Assembramenti e vandalismo"

Tutto è cominciato da un servizio straordinario di controllo del territorio da parte dei carabinieri del Comando Compagnia di Treviglio, a Dalmine, anche dopo le segnalazioni giunte in caserma da diversi cittadini e del sindaco Francesco Bramani. Tra le altre cose i cittadini lamentavano schiamazzi e atti vandalici.

Controllate sessanta persone

Durante le attività oltre 10 militari sono stati impegnati nei controlli fatti a carico di una quarantina di veicoli in transito per le strade della cittadina, e una sessantina di persone che frequentano parchi pubblici e locali della cittadina. Ed è proprio all’esterno di uno di questi esercizi, su via Provinciale, che è scoppiata una violenta lite tra due cittadini marocchini. I carabinieri sono intervenuti per sedarla e hanno identificato i due protagonisti.

L'analisi delle impronte, e l'alias cade

Mentre uno dei due coinvolti veniva trasportato in ospedale a Ponte San Pietro, le indagini sull'accaduto hanno rivelato una sorpresa. Per cominciare, il ferito finito al Pronto soccorso non era chi diceva di essere: sono state prelevate impronte digitali, e da un confronto su queste e su altre caratteristiche quali tatuaggi e cicatrici si è scoperto che in realtà Y.E.F, 30 anni, era A.E.H. Un cittadino marocchino latitante, sul quale la Procura di Bergamo aveva spiccato mesi fa un’ordinanza di carcerazione. Aveva infatti alle spalle numerose precedenti condanne per reati contro la persona ed il patrimonio. Peraltro, con la sua nuova identità si era tolto anche un paio di anni: ne ha 32.

L’altro giovane coinvolto nella lite invece è risultato gravato da un provvedimento di espulsione, ed è stata avviata la procedura per l’espatrio.

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