“Il fatto non sussiste”assolta la proprietaria della recinzione dove morirono tre giovani

E' stata assolta dall’accusa di omicidio colposo la proprietaria del muretto dove si schiantarono i tre cividatesi nel 2012.

“Il fatto non sussiste”assolta la proprietaria della recinzione dove morirono tre giovani
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E' stata assolta dall’ accusa di omicidio colposo la proprietaria del muretto dove si schiantarono i tre giovani cividatesi nel 2012.

L'accusa

A.S., 68 anni, di Romano , nell’ottobre 2017 è stata citata. Con l'accusa di omicidio colposo perchè proprietaria del muretto in cemento armato contro la quale, il 30 giugno 2012, si era schiantata la Ford Escort station wagon sulla quale viaggiavano tre giovani di Cividate al Piano: Davide Sabbadini, 19 anni, al volante, Fabiana Frigeni, 16 anni, e Giulia Aceti, 15 anni. I tre, morirono nell’impatto. L’accusa, ha chiesto una condanna a otto mesi, in quanto la recinzione della proprietà di A.S. era troppo vicina alla carreggiata. Una vicinanza secondo la tesi dell'accusa che avrebbe avuto un’incidenza nello schianto dell’auto e quindi nel decesso dei tre ragazzi. La proprietaria è stata accusata anche di di aver effettuato dei lavori di consolidamento del muretto senza aver chiesto l’autorizzazione al Comune e alla Provincia.

La tragedia

La tragedia era avvenuta poco prima dell’una, quando i tre giovani stavano tornando a casa dopo una serata trascorsa con gli amici al “Sale&Brasa” di Brignano . Davide Sabbadini, che la mattina stessa aveva conseguito l’esame di maturità come geometra all’Istituto Rubini di Romano, era alla guida dell’auto, perdendone il controllo lungo la strada provinciale che collega Bariano a Romano. Sul sedile accanto a lui c’era Giulia, iscritta al terzo anno del liceo linguistico “Don Milani” di Romano; sul sedile posteriore Fabiana, anche lei frequentante la terza del liceo linguistico. I primi due erano morti sul colpo. La 16enne, invece, era stata trovata in fin di vita dai soccorritori del 118 e ricoverata in condizioni gravissime agli ospedali Riuniti di Bergamo, dove era spirata il pomeriggio dell’1 luglio.

La sentenza

Giovedì mattina, il giudice Giovanni Petillo ha assolto la romanese con formula piena.E' stata accolta dal giudice la tesi della difesa secondo la quale non c'era prova di un nesso di causalità tra la presenza del muretto e lo schianto che è stato fatale ai tre giovani cividatesi.

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Commenti
Luca Maria Valcarenghi

Il problema non è il muretto ma le luci che si vedono mentre si sopraggiunge in quella curva. Provate a farla di sera e fateci caso. Sembra che la strada non svolti a destra ma che continui diritta. Osservate bene le luci alla sinistra e in lontananza. Danno l'impressione di proseguire diritto. Probabilmnete la poca esperienza del ragazzo alla guida, magari vista annebbiata da qualche alcoolico e l'ora che lo avrà portato ad avere un po di sonnolenza lo hanno sicuramente confuso e avrà pensato di proseguire diritto e non di curvare a sinistra.

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