I cimiteri come luoghi di cultura? Perché no. Due progetti a Caravaggio e Cassano

I cimiteri come luoghi di cultura? Perché no. Due progetti a Caravaggio e Cassano per riscoprire i nostri camposanti. Magari in occasione di una visita per la commemorazione dei defunti.
La commemorazione dei defunti
Oggi, primo novembre, si commemorano i defunti. E proprio questa occasione potrebbe essere lo spunto per una visita in luoghi che normalmente non si associano alla cultura, e che invece stanno trovando in questo settore un certo successo.
Dopo la visita guidata al cimitero di Treviglio, organizzata dall'ufficio Cultura due settimane fa, a Caravaggio un noto pittore - Francesco Tresoldi - ha proposto una sorta di "visita critica" alle sculture e alle architetture funebri conservate in quello di Sant'Eusebio a Caravaggio.
«In un elenco di tante testimonianze monumentali e artistiche caravaggine sarebbe d’obbligo aggiungere il cimitero di Sant’Eusebio, che oltre ad essere luogo di devozione è notevole per una ricchezza di contenuti artistici – esordisce Tresoldi in un lungo intervento riportato sul Giornale di Treviglio in edicola - Imponente è la facciata di stile Neoclassico progettata dell’architetto Carlo Renzanico, con al centro una cappella arricchita all’interno da pennacchi dipinti da Enrico Scuri (1841), e la cupola con degli affreschi di Giovanni Moriggia (1842).
A Cassano uno spettacolo su Spoon river
Alla nota "Antologia di Spoon river" del poeta americano Edgar Lee Master si ispira invece un'iniziativa teatrale a Cassano, in programma per domenica. «Storia di un villaggio, ma anche dell’intera umanità» si terrà nel cimitero civico del paese, in collaborazione con il Comune e la Parrocchia. L’evento, come spiega LaMartesana.it, è incentrato su una serie di letture, accompagnate da un sottofondo musicale, portate in scena dalla compagnia Ilinx teatro di Inzago. «Ogni lirica racconta, in forma di epitaffio, la vita dei residenti di un immaginario paesino e sepolti nel cimitero locale – ha spiegato Andrea Brambilla, membro dello staff della cooperativa – Anche per questo “L’Antologia di Spoon River” ci è sembrato testo adatto da recitare in occasione della commemorazione dei defunti. L’idea è venuta a un nostro operatore che ha pensato a un modo alternativo di concepire il cimitero. Non solo un luogo di raccolta, ricordo, intimità e preghiera, ma anche di incontro e di cultura».