Bassa Bergamasca

Giorno del Ricordo, tornano le coccarde tricolore

L'appuntamento è per domenica alle 15 in via Dalmazia e si proseguirà poi a Spirano, Urgnano e Romano.

Giorno del Ricordo, tornano le coccarde tricolore
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Giorno del Ricordo, tornano le coccarde tricolore. L'appuntamento è per domenica 9 febbraio alle 15 a Treviglio.

Coccarde tricolore per il Giorno del Ricordo

L'iniziativa è promossa dal Circolo trevigliese di Fratelli d'Italia per commemorare l'esodo istriano-giuliano-dalmata e l'eccidio delle Foibe nel quale persero la vita oltre 20mila italiani, vittime di una strategia di pulizia etnica ordita dal regime comunista del maresciallo Tito.
In ricordo di quella immane tragedia per il quarto anno consecutivo, domenica 9 febbraio, dalle 15 saranno apposte Coccarde Tricolore nelle tre vie che in città ricordano quei luoghi: partendo da via Dalmazia, si proseguirà in via Zara, in via Istria. Ad ogni via sarà dedicata una lettura in tema e sarà osservato il minuto di Silenzio “in Memoriam”.

L’Itinerario in città si concluderà in via Nazario Sauro, martire istriano ricordando il conterraneo Fabio Filzi.
Il Comitato delle Coccarde Tricolori si porterà quindi a Spirano e a Urgnano per onorare la via Fiume e infine a Romano di Lombardia per chiudere con la via Pola e Piazzale Fiume.

Le Foibe e l'Esodo

“Le Vie del Ricordo simbolicamente vogliono rappresentare tutti i luoghi, le donne e gli uomini che tragicamente persero e perdono la vita e che furono e sono trucidati dai propri simili. Eventi che purtroppo si ripetono ancor oggi in più parti del mondo - commentano gli organizzatori in una nota - La “Giornata del Ricordo” istituita con legge 92 del 2004 dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, giunse tardivamente per la cortina di silenzio imposta per decenni da iniqui interessi di Stato postbellici che videro coinvolti anche i nostri governanti per oltre 60 anni".

"Le foibe, profonde cavità e anfratti che caratterizzano il territorio carsico, diventarono l’eterno cimitero per migliaia di nostri connazionali, per la maggior parte civili, la cui unica colpa era quella di essere italiani - aggiungono - L’altro dramma che sconvolse queste terre fu l’Esodo pressoché totale della popolazione di lingua italiana, Esodo determinato dalla stato di terrore perpetrato dalle truppe di Tito che perseguivano un piano di pulizia etnica nei confronti degli italiani. In una Italia ingrata e squassata dalla guerra si riversarono 350mila  persone che in poco tempo dovettero abbandonare tutto: le loro case, le loro proprietà, parte delle loro famiglie, i vecchi, i loro morti nei cimiteri".

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