Gatto Oreste: "Mancata vigilanza sull'Oasi", le ristoratrici chiedono 20 mila euro
Dal giallo del progetto alla richiesta di risarcimento al Comune, la vicenda del piccolo felino trovatello continua
Dal giallo del progetto alla richiesta di risarcimento al Comune di Romano, la vicenda del piccolo felino trovatello continua.
Il gatto Oreste
A inizio anno nuovi elementi hanno fatto tornare all’onore delle cronache la vicenda del piccolo felino, che era stato trovato il 17 settembre dalle ristoratrici Ravecca vicino alla propria abitazione a Romano. Dopo averlo soccorso e portato da un veterinario per le prime cure, le Ravecca lo hanno riportato a casa ma, in un primo tempo, dopo aver valutato l'integrazione con due cani che vivono con loro e altre vicissitudini hanno deciso di portarlo all'Oasi Felina. Il giorno dopo il ripensamento e la richiesta di poterlo adottare e l'inizio di un muro contro muro sfociato in un dibattito mediatico a suon di querele, richieste di risarcimento e trasmissioni televisive nazionali.
Nuovi risvolti
Le ristoratrici Ravecca hanno così deciso di scrivere, attraverso i propri legali, al sindaco di Romano per chiedere un intervento chiarificatore e definitivo sulla sorte del gattino. Nello specifico le ristoratrici hanno chiesto al primo cittadino, a cui spetta la vigilanza sull'osservanza delle leggi e dei regolamenti sulla protezione degli animali, di sapere cosa è successo a Oreste, se sia stato prima affidato e adottato e quale sia stata la procedura adottata. Domande a cui il Comune ha risposto, ma senza soddisfare le richiedenti che così ha inizio anno hanno fatto pervenire in Municipio la richiesta di risarcimento danni per 20 mila euro. Parallelamente è emerso un nuovo risvolto che riguarda la struttura dell’oasi Felina. La struttura nata nel 2017 è stata realizzata grazie al contributo di Regione Lombardia, 40 mila euro. Il Comune per accedere al bando aveva presentato uno statuto e un progetto della struttura, fornito dall'associazione "Stragatti R" che gestisce in convenzione l’Oasi Felina.
Il progetto e la disputa con l'architetto
Il progetto è stato realizzato dall’architetto Matteo Boileau.
"Ho realizzato due progetti per la Stragatti – ha detto l’architetto Matteo Boileau – Il promo non ritenuto idoneo perché è stata cambiata l’area su cui doveva sorgere l’Oasi Felina, l’altro rifatto da zero per l’area dov'è attualmente è aperta la struttura. Ho chiesto il compenso all'associazione che me l’ha pagato solo parzialmente. Tutte le mie successive richieste di essere saldato, inoltrate sia da parte mia e-che di due legali, non hanno mai avuto nessun tipo di risposta".
A seguito di questo, l'architetto per tutelare i propri diritti e il proprio lavoro ha fatto richiesta di accesso agli atti al Comune di Romano per verificare se il suo progetto fosse stato usato per realizzare l'opera.
"Per diverse volte non c’è mai stato seguito alle mie richieste.- ha detto Boileau – Ho contattato varie volte il responsabile dell'ufficio tecnico il quale con mia grandissima sorpresa mi ha comunicato che non ho nessun titolo per accedere agli atti in quanto il progettista non sarei stato io ma direttamente l'ufficio tecnico. Così rinnova la richiesta e dopo mesi ricevo finalmente i documenti che per me non hanno nessun tipo di valore. Quello che il Comune mi ha ritrasmesso sono le mie tavole che avevo mandato al Comune in visione all’epoca della realizzazione dell'Oasi Felina affinché verificasse la correttezza del progetto. A questi documenti avrebbero dovuto seguire i miei, timbrati e firmati. Praticamente in seguito alla richiesta di accesso agli atti ho ricevuto dal Comune semplicemente delle bozze del mio lavoro".
Da qui le nuove richieste dell’architetto.
"Mi chiedo come possa essere stato approvato un progetto di un’opera pubblica senza timbro e senza firma del progettista".