Arcene

Fondi svizzeri, l'operaia di Arcene riavrà i suoi 14 milioni

Disposto il dissequestro del tesoro luganese della vedova Cinzia Testa

Fondi svizzeri, l'operaia di Arcene riavrà i suoi 14 milioni
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Assolta perché il fatto non sussiste: era regolare, hanno stabilito i giudici del tribunale Bergamo, la richiesta di "voluntary disclousure" avanzata dall'arcenese Cinzia Testa, per riportare in Italia i capitali detenuti in Svizzera dal marito imprenditore, poi defunto nel 2007. I pm avevano invece chiesto una condanna a cinque anni.

A processo dopo la voluntary disclousure: assolta

La donna era finita a processo per presunte irregolarità nella procedura: secondo i pm aveva tentato di far rientrare capitali frutto (anche) di una bancarotta fraudolenta, circostanza che in teoria escluderebbe l'applicabilità della voluntary disclousure. Allo stesso tempo, è stato quindi anche disposto il dissequestro del tesoretto, complessivamente pari a circa 14 milioni di euro. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state pubblicate: è possibile che i giudici abbiano dato credito alla tesi degli avvocati difensori della donna, secondo cui Testa era assolutamente inconsapevole della provenienza dei fondi depositati dal marito sul conto svizzero a lei intestato. E che quindi, non poteva configurarsi alcun tentativo di riciclaggio.

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