Fondazione Benefattori Cremaschi, un buco con il Bilancio intorno

Numeri da far girare la testa quelli snocciolati con amarezza dal presidente Giovanni Bertoluzzi insieme alla vice Bianca Baruelli in Consiglio comunale.

Fondazione Benefattori Cremaschi, un buco con il Bilancio intorno
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Fondazione benefattori cremaschi: un buco da 232mila euro. E’ stato presentato durante il Consiglio comunale di lunedì pomeriggio scorso, in sala Ostaggi, il rendiconto economico dell’Ente. Numeri da far girare la testa quelli snocciolati con un velo di amarezza dal presidente Giovanni Bertoluzzi insieme alla vice Bianca Baruelli.

Qualche dato

La Fondazione benefattori cremaschi conta 220 posti letto per residenza sanitaria assistenziale, 20 per il Centro diurno integrato, 136 per l’area riabilitativa (specialistica, geriatrica e di mantenimento) e 14 dedicati all’hospice. In un anno sono stati registrati 11.132 accessi per l’assistenza domiciliare integrata, 926 per le cure palliative, 6.821 per le residenzialità aperta e 1.205 visite per la valutazione dell’Alzheimer. In totale, fra la struttura di via Kennedy e via Zurla, si contano 375 dipendenti, 319 dei quali personale sanitario (direttore sanitario, medici, dirigente di farmacia, caposala, infermieri, fisioterapisti, psicologhe, assistenti sociali, dietisti, logopedisti, ausiliari e guardia medica) e 56 di altro genere (direttore generale, amministrativi, impiegati, cuochi, portinai).

La voragine della ristrutturazione

«Il problema più grosso che ci trasciniamo ancora oggi è quello dell’opera di ristrutturazione di cinque anni fa - ha detto il presidente - Quei lavori, necessari, aprirono un buco che ha ipotecato tutto il patrimonio della Fondazione». Ma non solo. Il segno «meno» dell’Ente è anche dovuto ad altri fattori. «I ricavi sono fermi e dipendenti dalla sanità pubblica - ha ripreso Bertoluzzi - Abbiamo alle spalle una super produzione di 80mila euro che non ci verrà riconosciuta. Un’altra piaga sono gli interessi passivi così come i costi del patrimonio». Quello che affosserebbe maggiormente il conto economico della Fondazione sarebbe ciò che non viene pagato dall’ATS. «In totale abbiamo 130 posti letto ma l’azienda sanitaria ce ne paga 108 - ha aggiunto il presidente - Se ci pagassero quanto ci è dovuto avremmo il segno positivo senza sperare nelle oblazioni». Ed ecco un altro tasto dolente che non risolleva il Bilancio.

Cadute a picco le oblazioni

Le donazioni, infatti, al giorno d’oggi, si contano sulle dita di una mano. «E’ il periodo delle vacche magre - ha sospirato il dirigente - Siamo passati da cifre che superavano il milione di euro nel 2013 per poi scendere fino ai 69mila euro del 2016 e i 43mila stimati del 2017: per risollevare le oblazioni, a un mese dalla fine dell’anno, ci vorrebbe un miracolo di Natale. Ormai non c’è quasi più nessuno che ci lascia grandi proprietrà o immobili, ciò che riceviamo sono solo qualche centinaio di euro».

Resta l’Ente più economico in Provincia

La Fondazione Benefattori Cremaschi resta comunque l’Ente più economico in provincia di Cremona e anche nel vicino panorama milanese. «Il costo medio regionale per il servizi di RSA si assesta a 104 euro al giorno per ospite - ha spiegato Bertoluzzi - Il costo stimato dall’ATS è di 83,90 euro e la nostra tariffa è di 99,26 euro di cui la Regione paga il 50% e il resto è a carico del paziente».

Quanto fatto nel 2017

«Purtroppo abbiamo dovuto alzare le rette - ha spiegato il presidente - Abbiamo predisposto una riorganizzazione della direzione sanitaria, ci siamo candidati come gestori per la presa in carico di patologie come l’Alzheimer e il Parkinson,sono stati messi a disposizione posti letto per il distretto cremasco ed è stata ristrutturata la mensa aziendale.

Lo scenario 2018

«Ci sono tanti punti di domanda e incognite che mi fanno male - ha detto il rappresentante della Fondazione Benefattori Cremaschi - Quel che è certo è che non vogliamo ridurre la qualità dei nostri servizi. Abbiamo un impegni nei confronti del territorio e di chi lo abita e, nonostante le difficoltà, non molleremo»

...e il tetto viene sigillato con del cellophane

Nonostante il conto economico sia in rosso bisogna trovare i soldi per svolgere dei lavori quanto mai urgenti. «Il problema è serio - ha spiegato durante il Consiglio comunale di lunedì pomeriggio il presidente della Fondazione Benefattori Cremaschi Giovanni Bertoluzzi - E fino a quando non riusciremo a vendere qualche proprietà non avremo i fondi per svolgere questi interventi».
Si tratta di lavori di manutenzione straordinaria del tetto della struttura di via Kennedy e anche agli impianti di climatizzazione di via Zurla, finiti anche la scorsa estate sulle pagine di cronaca. «Alle infiltrazioni dal tetto di via Kennedy stiamo rimediando con il cellophan - ha spiegato il presidente - La ristrutturazione dell’edificio di cinque anni fa non ha coinvolto il rifacimento del tetto ma ha riqualificato i locali sotto i profili igienico sanitari, di sicurezza e normativi e ora la copertura è da rifare».

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