Esame in ospedale, lo prenota ma la struttura non glielo fa
La prenotazione c'è, l'attrezzatura anche, ma l'esame non s'ha da fare.

Esame in ospedale a 30 km da casa
Ma l'ospedale non è più attrezzato
E' sempre la moglie del paziente a raccontare i fatti: "La mattina del 15 novembre mio marito ha preso un permesso lavorativo per andare a Romano per sottoporsi all'esame. Una volta in loco però si è sentito dire che in quella struttura non si effettua più quel tipo di esame. Mio marito quindi se n'è andato con un post-it redatto dal primario di radiologia (così crediamo). Il bigliettino è diretto al medico che ha prescritto gli esami, che è il nostro medico di base, su indicazioni dello specialista di urologia che li aveva richiesti. Nel post-it ci sono indicazioni di eventuali esami sostitutivi. Esami che mio marito ha già fatto, ma il primario non sembrava interessato alle sue osservazioni. Non ha nemmeno tenuto in conto del fatto che gli esami fossero stati chiesti da uno specialista e non dal medico di base, che ha solo fatto la ricetta".
La prenotazione c'è, l'esame no
A quel punto la coppia ha pensato di aver sbagliato a capire. Forse la prenotazione non era stata effettuata su Romano. Così hanno chiamato il Cup. "Il giorno stesso ho chiamato il Cup di Treviglio per chiedere spiegazioni. L'addetta che mi ha risposto ha verificato che effettivamente la prenotazione ci fosse. La prenotazione c'era, anche se l'ospedale di Treviglio, a differenza di quello di Zingonia non manda email di conferma delle prenotazioni e quindi non abbiamo nulla di scritto in mano. La stessa addetta ha trovato strano che il sistema informatico permettesse di prenotare esami non prenotabili. L'addetta ha poi parlato con la sua responsabile che ha contattato la struttura di Romano e alla fine mi è stato detto che l'ospedale di Romano ci avrebbe chiamato per spiegarci la causa del disguido".
L'attrezzatura c'è ma serve l'autorizzazione del primario
Questo esame non s'ha da fare
La replica dell'ospedale
Dal reparto di radiografia dell'ospedale di Romano la replica sulla vicenda. "Ci ricordiamo perfettamente del caso in questione - dicono - nessuno si è rifiutato di fare l'esame al paziente. Semplicemente è un accertamento ormai obsoleto che non sarebbe servito a nulla. Il primario ha suggerito al paziente una serie di altri esami da fare con attrezzature più recenti".
Che senso ha la risposta dell'ospedale, se essa ignora deliberatamente che il cittadino in qestione ha dichiarato al primario di avere _già_ effettuato gli "esami da fare con attrezzature più recenti" ? E che senso ha che la prenotazione per un "accertamento ormai obsoleto che non serve a nulla" venga accettata, salvo poi comunicare direttamente alla persona che tale esame non si fa? Chi ci deve spiegare perchè tale esame è ancora prenotabile? Il primario evidentemente no, dato che non ha minimamente toccato l'assurdità del paradosso in questione. E quindi, a chi si deve far presente questa schizofrenia dell'eccellenza sanitaria lombarda?