Dopo le bombe d’acqua è allarme nelle campagne per i danni ai raccolti
È caduta l'ennesima "bomba d'acqua" su campagne e cascine, Nazzareno Ferro di Coldiretti e agricoltore di Torre ha spiegato le conseguenze
È caduta l'ennesima "bomba d'acqua" nei campi e nelle cascine della Bassa, Nazzareno Ferro di Coldiretti e agricoltore di Torre Pallavicina ha spiegato le conseguenze.
Nubifragi su campi e cascine
Gli agricoltori e gli allevatori sono sempre più messi alla prova dai nubifragi che avvengono con sempre maggior frequenza, portando precipitazioni piovose ogni volta più intense. Basti infatti pensare che l'ultimo grande fenomeno meteorologico ha portato il "rain rete" (tasso di pioggia caduta) a toccare i 50 mm in 30 minuti, valori che, normalmente, sono difficili da raggiungere.
"È sempre più sconvolgente vedere questi fenomeni temporaleschi abbattersi sui nostri cascinali, allagando le stalle, i fienili e i magazzini che, in situazioni di pioggia normale reggono tranquillamente ma con un temporale di così forte intensità, arrancano - ha spiegato il dirigente di Coldiretti Bergamo, Nazzareno Samuel Ferro -. Il vento forte porta piogge trasversali che entrano lateralmente nelle strutture rurali tanto da allegarle creando problemi non solo alle scorte immagazzinate ma anche agli animali ricoverati".
Un 2024 piovoso
Nelle campagne bergamasche dopo un 2022 caratterizzato da una grave siccità, il 2023 definito come un anno "normale" se ancora si può accettare il termine, ci ha traghettato ad un 2024 che si pone come l’anno più piovoso di sempre. Molteplici sono state le problematiche per le coltivazioni in campo: gli autunno vernini come frumento e orzo sono stati attaccati da malattie fungine che hanno compromesso le produzioni e la qualità; per i fieni di loietto o erbai è stato veramente complicato trovare una finestra ottimale per l'essiccazione naturale al sole costringendo molti, in emergenza, ad avvalersi dell’insilamento in balle fasciate o in trincee con costi molto più alti. Per la semina del mais che è la più importante coltivazione adottata in pianura e generalmente seminata in primavera, ogni agricoltore ha avuto grossi problemi nel trovare un momento pedo-climatico ottimale per la messa in campo del seme; prima le gelate tardive, poi le temperature troppo basse, la continua pioggia nei mesi di aprile e maggio e, per finire giugno con la grandine.
Le conseguenze
Il risultato che questa sconcertante situazione meteorologica ha portato? I campi sono rimasti allagati in modo anomalo per giorni interi.
"Nonostante la nostra zona sia caratterizzata da terreni con struttura molto drenante in quanto misti a ghiaia, i terreni fanno sempre più fatica a svuotarsi creando asfissia radicale alle piante che, di conseguenza, muoiono - ha concluso Ferro -. Ora la grande sfida in campo è riuscire a trovare, il prima possibile, una nuova finestra per intervenire con le semine di secondo raccolto di mais, che, se riuscirà a svolgere il suo ciclo vegetativo senza troppi danni, sarà immagazzinato come scorta dei mesi più freddi per l'alimentazione dei nostri animali. Il cambiamento climatico, come è più che evidente, continua il suo inesorabile percorso, gli allevatori e gli agricoltori cercano di fare il possibile per garantire la sostenibilità economica delle aziende, ma la strada è sempre complessa e soprattutto nulla può fare in modo di fermare il meteo impazzito che ormai da anni non ci dà tregua e influisce negativamente sempre più sulle attività imprenditoriali".
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