Discarica di eternit, i conti non tornano

I membri del Tavolo dell'Amianto hanno analizzato i documenti del progetto e hanno riscontrato parecchie incongruenze.

Discarica di eternit, i conti non tornano
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Discarica di eternit, i conti sul progetto nell'ex Cava Vailata non tornano. L’operazione che la società «Te.Am» ha intenzione di realizzare, secondo i membri del «Tavolo dell’amianto» porterà solo spese (tante) per il socio pubblico
e utili (tanti) per il privato. Una conclusione a cui si è giunti «spulciando» approfonditamente la documentazione disponibile a corredo del progetto, a partire dal 2003 (quando si parlava di una discarica di «rifiuti speciali non pericolosi»), fino agli ultimi che risalgono al novembre 2017.

Discarica di amianto

«Sono tante, troppe, le incongruenze che emergono sulla discarica di eternit - ha commentato il presidente
del Tavolo, Carlo Mancino - Ecco perché vorremmo chiedere a Sabb (la società pubblica che detiene il 49% di Te.Am e che è composta da 23 Comuni della Bassa bergamasca, ndr) se sia il caso di andare avanti in questa operazione dai contorni poco chiari. Ricordo che la responsabilità è personale e in caso di danno erariale si risponderà alla Corte dei Conti».

Anomalie

Ma in cosa consistono queste «anomalie»? Innanzitutto c’è un balletto di cifre su quanto amianto contiene un
metro cubo di discarica (che misura 220 mila metri cubi). Nel Piano di gestione Te.Am dichiara che ce ne stanno due
tonnellate; nel piano finanziario sottoposto ai soci nel novembre 2017 si parla di 1,72 tonnellate ; nell’accordo del 2009 era stato fissato in 1,2 tonnellate. E proprio quest ’ultimo valore fa storcere il naso ai membri del «Tavolo dell’amianto».

Balletto di cifre

In quell’accordo, infatti, viene sancito che Sabb si impegna a cedere il 60% dei suoi diritti di conferimento (ovvero il 29% della volumetria della discarica di  eternit) per un importo di 16,30 euro al metro cubo, a cui va sommata la «tariffa consortile riportata in euro per metro cubo sulla base di una densità nominale di 1,2 tonnellate per metro cubo». «Ovvero - ha fatto notare Mancino - dichiarano che in un metro cubo ci stanno 2 tonnellate di amianto, ma per pagare il socio pubblico la quantità scende a 1,2».

L'incognita della tariffa consortile

«Non solo - ha proseguito Mancino - nessuno sa a quanto ammonta questa fantomatica quota consortile (a tal proposito i consiglieri comunali Emanuele Calvi, Francesco Giussani e Laura Rossoni hanno presentato una richiesta di accesso agli atti per conoscerne l’entità, ndr). Ma anche senza conoscere il valore, basta fare due semplici calcoli ed emerge, considerato che la realizzazione della discarica di eternit costa circa 22,5 milioni di euro da dividere quasi equamente tra i due soci, che la parte pubblica va in passivo, mentre per il privato c’è solo guadagno, visto che per il conferimento dell’Eternit percepirà 80 euro a tonnellata».

Il ruolo di Augere

Un altro punto dell’accordo finito sotto la lente di ingrandimento è il ruolo di «Augere Srl», la società facente capo al socio privato di Te.Am che si occuperà dell’allestimento, della realizzazione e del collaudo della discarica di eternit. Opere che verranno pagate 7,1 milioni di euro. Ovvero, 18,85 euro per ognuna delle 380 mila tonnellate di amianto conferito. Peccato che questo sia il prezzo deciso nel 2003, quando nell’ex Cava Vailata si pensava di mettere tutt’altro rifiuto.

«Rifiuti diversi, ma stesso costo»

«A questo punto - ha sottolineato Carlo Mancino - due domande sorgono spontanee: Come è possibile che Augere riceva lo stesso compenso per due progetti completamente diversi? Nel 2003 era previsto il conferimento di sette tipologie di rifiuti diversi, con altrettante procedure diverse e quindi un costo più alto rispetto a un unico rifiuto, seppur pericoloso come l’amianto. E poi: - ha concluso Mancino - come è possibile che per questo lavoro non si è pensato di indire un bando di gara? Sono passati 15 anni dal primo accordo e sono cambiate tante cose: secondo noi, per una questione di trasparenza, sarebbe stato il minimo».

L’appello del sindaco di Treviglio

Lunedì sera, il Tavolo dell’amianto si è riunito e il sindaco di Treviglio Juri Imeri ha annunciato che convocherà i colleghi dei Comuni soci di Sabb per chiedere di analizzare a fondo la documentazione, alla luce di quanto emerso. La battaglia del Tavolo dell’amianto è comunque solo all’inizio. Uno dei prossimi passi sarà quello di verificare il comportamento dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) nella vicenda, che ha sollevato più di una perplessità.

Maggiori dettagli nell'approfondimento del  Giornale di Treviglio in edicola.

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