Dalla peste suina alla "blue tongue": "Spallanzani" e Dabb presentano i risultati di "Bioalert"
Si è svolto lunedì a Montichiari il convegno organizzato dall’Istituto di Rivolta d’Adda in collaborazione con il Distretto Agricolo Bassa Bergamasca nell’ambito della Fiera Agricola Zootecnica Italiana
di Sara Barbieri
Si è svolto lunedì a Montichiari il convegno organizzato dall’Istituto di Rivolta d’Adda in collaborazione con il Distretto Agricolo Bassa Bergamasca nell’ambito della Fiera Agricola Zootecnica Italiana (FAZI) per presentare i risultati del progetto informativo dimostrativo Bioalert, finanziato dalla Regione Lombardia a valere su bando FEASR.
"Spallanzani" alla fiera agricola zootecnica
Continua incessantemente l’impegno dell’istituto per una zootecnia moderna e sostenibile, con focus sul benessere animale e sulla biosicurezza.
"Da un lato la pubblica opinione richiede alla zootecnia allevamenti sempre più sostenibili con particolare riferimento al benessere animale, dall’altro, in Lombardia, ma non solo, stiamo vivendo due importanti criticità epidemiologiche: la blue tongue e la peste suina africana. Abbiamo voluto organizzare il convegno di chiusura del progetto Bioalert, con l’intervento di più voci qualificate proprio per illustrare i vari aspetti di questa situazione e focalizzare l’attenzione verso gli strumenti normativi ed applicativi della biosicurezza, necessari per prevenire il diffondersi delle patologie o comunque limitarne la diffusione".
Il progetto "Bioalert"
Così Ettore Prandini, presidente dell’Istituto Italiano Sperimentale Lazzaro Spallanzani, ha aperto il convegno sintetizzando tutti i principali temi affrontati durante l’incontro. Primo tra questi ovviamente il progetto "Bioalert": tra il 2022 e il 2024 l’Istituto Spallanzani, in collaborazione con il Distretto Agricolo Bassa Bergamasca, hanno messo in campo azioni informativo-dimostrative rivolte ai settori di cui, come è noto, la Lombardia è leader nazionale, vale a dire l’allevamento bovino, suinicolo e avicolo. Attraverso l’implementazione dei contenuti relativi alla biosicurezza e al benessere, il progetto Bioalert si è mosso su due direttive: da un lato l’organizzazione di 11 incontri informativi che hanno coinvolto quasi 350 allevatori lombardi con il trasferimento delle conoscenze di base e altamente specifiche finalizzate al miglioramento delle potenzialità aziendali in termini di gestione ottimale dell’allevamento, dall’altro la visita a quattro aziende pilota lombarde per dimostrare come l’innovazione tecnologica sia capace di traghettare la zootecnia moderna in una nuova era, nella quale la valutazione e il monitoraggio continuo permettono la riduzione dell’uso di farmaci, l’aumento della sostenibilità ambientale e del benessere nonché della biosicurezza.
"La Lombardia è la regione con il maggiore patrimonio bovino e suinicolo in Italia con più di un milione e mezzo di capi bovini e più di quattro milioni e mezzo di capi suini - ha spiegato Marina Montedoro, direttore dell’Istituto Spallanzani - In questa realtà, che da sempre, mette al primo posto la zootecnia come patrimonio da preservare in Pianura Padana, l’Istituto Spallanzani opera da ottant’anni per diffondere la fecondazione artificiale animale e ampliare la propria specializzazione ed offerta di servizi nei settori della genetica, dell’acquacoltura e della valorizzazione dei reflui e degli scarti agro-zootecnici tramite l’estrazione di molecole d’interesse per l’industria".
Presenti poi al convegno anche i relatori Andrea Galli, direttore scientifico dell’Istituto, Giovanni Filippini, direttore generale della sanità animale presso il Ministero della Salute, Claudia Nassuato, direttore della salute animale dell’ATS di Brescia, Giorgio Varisco, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, Antonio Vitali, già direttore del Dipartimento di medicina veterinaria dell’ATS di Brescia, Fabio Abeni del centro di ricerca del CREA Zootecnia ed Acquacoltura di Lodi e Gian Enrico Grugni, presidente dell’ARAL Lombardia.
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