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Come funzioneranno i nuovi test sierologici in Lombardia

Fontana e il presidente del San Matteo di Pavia spiegano anche la nuova possibilità di cura con il plasma.

Come funzioneranno i nuovi test sierologici in Lombardia
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Come funzioneranno i nuovi test sierologici in Lombardia. Fontana e il presidente del San Matteo di Pavia spiegano anche la nuova possibilità di cura con il plasma.

Come funzioneranno i nuovi test sierologici in Lombardia

In questi giorni Regione Lombardia è alle prese con lo studio approfondito delle modalità di ritorno alla normalità. la cosiddetta “fase 2”. Si stanno ipotizzando modalità e tempi ma soprattutto, in collaborazione con i ricercatori ed esperti, si sta attendendo la certificazione del test sierologico individuato dal Policlinico San Matteo di Pavia. Uno strumento ad altro livello di attendibilità.

In un video fatto con la collaborazione del presidente del San Matteo, Alessandro Venturi, il presidente Fontana ha voluto dare qualche informazione in più su questo test. In particolare sul suo funzionamento.

“I test sierologici  – ha spiegato Venturi – a differenza dei tamponi che servono per fare diagnosi, hanno una funzione di ricerca nel sangue della presenza di anticorpi, ovvero la presenza degli antigeni che permettono di proteggerci dal virus”.  In questo modo è possibile individuare chi è venuto a contatto con il virus, magari in forma asintomatica, e soprattutto se ha sviluppato gli anticorpi necessari a proteggere l’organismo.

“La caratteristica di questo test è unica e ci auguriamo che ne arrivino molti altri – ha sottolineato Venturi. Avremo infatti bisogno di moltissimi test per programmare in modo serio la Fase 2. Questo test infatti ha la specificità di ricercare nel nostro sangue, attraverso un prelievo, gli anticorpi neutralizzanti, gli unici anticorpi che aggrediscono la parte di proteina del virus che permette al virus di replicarsi. I risultati fatti in laboratorio sono sorprendenti” – ha aggiunto Venturi.

Il presidente Fontana ha aggiunto che il test sierologico individuato al San Matteo è l’unico che va nella direzione giusta. “Purtroppo ci sono in giro troppi test, ma non sono stati mai riconosciuti dall’ISS e non hanno mai ricevuto una validazione. Questo è l’unico che va nella direzione giusta”.

Curare i malati con il plasma

Sempre al San Matteo di Pavia si sta approfondendo la possibilità di curare i malati con il plasma dei pazienti guariti e che presentano gli anticorpi adeguati.

“Il protocollo del plasma lo possiamo spiegare in questo modo – ha detto Venturi: il sangue delle persone guarite può curare le persone malate. Se ci pensiamo bene è uno anche un grande messaggio di solidarietà tra uomini. Il sangue delle persone guarite viene trattato con delle macchine da cui si estrae il plasma che viene sottoposto a test sierologico. In questo modo si riesce a capire quanti anticorpi sono presenti e di che tipo solo. Si riesce così a dargli un titolo: plasma con titolo alto, con titolo medio o basso, a seconda della quantità di anticorpi che ha. Il plasma viene poi utilizzato per curare i pazienti medio-gravi – non quelli in terapia intensiva – con una metodica priva di effetti collaterali, semplice e sicura”.

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