Chiude la pasticceria "Da Sandro", ma Oliviero Gelmi non si ferma: "La pensione non fa per me"
Aperta nel 1974, ha chiuso definitivamente lo scorso 19 gennaio. Il titolare, però, è già pronto per una nuova avventura a Treviglio
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Trentacinque anni con le mani in pasta - letteralmente - per sfornare torte, pasticcini e pizzette che hanno reso indimenticabili tanti momenti felici delle famiglie verdellesi. Si abbassa per l’ultima volta la saracinesca della storica pasticceria "Da Sandro", in piazza Matteotti a Verdello, dove il titolare Oliviero Gelmi ha fatto del suo lavoro una vera e propria "missione di vita".
Cinquant'anni di storia
Una notizia che ha sorpreso i tanti clienti che già si sentono "orfani" e che, anche attraverso i social, hanno testimoniato affetto e stima a Gelmi che, prossimo ai 60 anni, non ne vuole sapere di andare in pensione.
"Io fermo? Impossibile - ha sentenziato - Sono abituato a lavorare 15 ore al giorno da più di trent’anni e in tutto questo tempo non c’è stato un giorno in cui non abbia amato quello che facevo".
Quella di chiudere lo storico locale, aperto nel 1974 dal suocero, da cui appunto il nome "Da Sandro" che Gelmi non aveva voluto cambiare, è stata infatti una scelta obbligata.
"Purtroppo i proprietari dell’immobile hanno deciso di vendere e dopo un anno di trattativa non c’era più margine di confronto - ha spiegato Gelmi - A breve inizierò una nuova avventura in un laboratorio di Treviglio, sono entusiasta".
Una valanga di affetto
La passione a Gelmi di certo non manca. Si vede chiaramente nel suo sguardo quando si commuove ripercorrendo gli anni trascorsi dietro al bancone della pasticceria, gelateria e bar dove è cresciuto e ha visto crescere le sue tre figlie.
"Mi manca già e mi mancherà il contatto con la gente - ha detto - La sera del 19 gennaio, l’ultimo giorno di apertura, ho scritto un messaggio ai miei clienti per ringraziarli di avermi permesso di “entrare” nelle loro case per festeggiare con loro i momenti più belli della vita. Non immaginavo di ricevere così tanto affetto, è stata una grande emozione".
Gelmi, che ha imparato tutto da autodidatta affiancando per anni il suocero da cui ha rilevato ufficialmente l’attività nel 2009, è certo del fatto che "si tratta di un’attività che va sposata, ha sempre la priorità, richiede sacrificio e levatacce, ma è capace di dare grandi soddisfazioni".
Non ci sono più le torte di una volta... o sì?
Un mestiere che negli anni certamente è cambiato mettendo al primo posto l’estetica rispetto al gusto.
"Le persone oggi hanno richieste veloci, da soddisfare in poco tempo e sono più interessati all’apparenza, alla bellezza della torta piuttosto che al contenuto - ha spiegato - la società cambia, ho visto crescere almeno due generazioni e questo lavoro si conferma una sfida continua".
A proposito di sfide, Gelmi, è ora pronto a imbarcarsi per una avventura che lo porterà a Treviglio.
"Sono curioso di vedere cosa mi darà una città come Treviglio - ha concluso - Ho lavorato a Bergamo per più di un anno, amavo il giro continuo di persone di tutti i tipi, era molto stimolante, ma ho amato tanto anche la dimensione “famigliare” della pasticceria di paese. Di sicuro ci metterò tutto il mio entusiasmo per continuare a creare e accompagnare i clienti nei loro momenti felici".