Baba Fulgenzio cittadino onorario di Castel Rozzone FOTO
Una vita dedicata ai più poveri e agli orfani.

Padre Fulgenzio Cortesi, 82 anni, ha ricevuto questa mattina, domenica, la cittadinanza onoraria nel suo paese natale.
Baba Fulgenzio cittadino onorario
Padre "Baba" Fulgenzio ha passato tutta la sua vita ad aiutare i più deboli, ed in particolare i bambini orfani e più poveri. A lui si deve la fondazione del Villaggio della Gioia ed il Villaggio della Misericordia, la creazione di scuole in Africa ed in Brasile. Per questo suo impegno, il Consiglio comunale di Castel Rozzone ha deciso all'unanimità, di conferirgli la cittadinanza onoraria, la prima onorificenza di questo genere che viene conferita nel paese.
La normalità della gioia
Presenti alla cerimonia le autorità civili, militari e religiose. Il sindaco Luigi Rozzoni ha evidenziato due aspetti della missione di Baba Fulgenzio, la gioia e la normalità. "Quello che traspare dal Villaggio della Gioia è proprio la gioia che pervade la vita dei bambini - ha detto - dentro il villaggio per la possibilità di crescere e avere un futuro. Fuori per la gioia che trasmettono anche se hanno poco o nulla. L'altro aspetto è la normalità e la quotidianità di queste azioni eccezionali".
Testimonianza d'amore
Presente il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, che già nel 2000 come sindaco di Calcinate, lo aveva nominato cittadino onorario. Proprio a Calcinate era nato il museo africano che ricevette la visita dell'allora ministro della Pubblica Istruzione Rosa Russo Iervolino. "Mi piace ricordare la sua vita al servizio di chi è più debole - ha detto - Gafforelli - e questa manifestazione è testimonianza per tutto l'amore che ha dato".
Aiutare i bambini di Haiti
A 82 anni e una salute messa a dura prova, Baba Fulgenzio ha però ancora un sogno: raggiungere Haiti con la sua missione."Nel mio cuore c'è un sogno che è quello di andare nel paese più povero del mondo, Haiti - ha detto - le mamme degli orfani (l'istituzione che ha fondato 13 anni fa) si stanno preparando per andare. Ad Haiti la morte è ovunque e nessuno ci fa più caso. Dicono che non c'è niente da fare in quel posto, mente noi diciamo che c'è tutto da cominciare. E' ipocrisia avere solo una grande preoccupazione per quella gente. Dove tutti scappano noi andremo. Se mi aiutate con la preghiera possiamo aiutare quei poveri bambini abbandonati e diseredati".






