Aviaria, ancora un focolaio nella Bassa abbattuti 150mila tacchini

Dopo l'episodio di Martinengo la scorsa settimana anche a Cologno abbattuti 150mila capi.

Aviaria, ancora un focolaio nella Bassa abbattuti 150mila tacchini
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Aviaria, ancora un focolaio nella Bassa abbattuti 150mila tacchini. Solo la scorsa settimana avevamo segnalato un focolaio di influenza aviaria in un allevamento di galline a Martinengo. In quell'occasione l'Ats di Bergamo ha disposto l'abbattimento di 135mila capi tra galline e pulcini.

Aviaria, nuovo focolaio a Cologno

Un altro focolaio, a distanza di pochi giorni, è stato invece individuato in un allevamento di tacchini a Cologno al Serio. Anche in questo caso sono scattate tutte le procedure di tutela della salute portando all'abbattimento di 150mila capi.

Controlli serrati

Il nuovo focolaio è stato individuato dai tecnici del Dipartimento di prevenzione veterinaria di Ats Bergamo. La scoperta durante i serrati controlli diagnostici negli allevamenti avicoli industriali nella zona di protezione e nella zona di sorveglianza istituite all’inizio di marzo, a seguito del focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità, insorto in un allevamento di galline ovaiole da consumo di Martinengo. Il primo caso, oggi estinto, ha permesso di individuare un nuovo focolaio in un grosso allevamento di tacchini da carne a Cologno al Serio.

Abbattuti 150mila capi

Il focolaio è stato rilevato nell’allevamento, collocato in zona di protezione, in seguito ai controlli quotidiani tesi ad escludere la possibile incubazione/infezione da parte del virus H5N8 nei tacchini pronti per la macellazione. Immediate sono scattate le operazioni di abbattimento di circa 150mila tacchini da carne, di distruzione delle carcasse presso una ditta specializzata della provincia di Bergamo e di pulizia e disinfezione dell'allevamento sede di focolaio.

Indagini epidemiologiche in corso

“La collocazione dell'allevamento nella medesima zona peri fluviale già sede dei precedenti episodi di infezione da virus H5N8 - spiega il dottor Eugenio Testa, Direttore Servizio Sanità Animale Dipartimento Veterinario ATS di Bergamo - farebbe pensare a una causa comune della diffusione del virus dell'influenza aviaria. Sono in corso le indagini epidemiologiche finalizzate a comprendere l'origine dell'infezione che, ai primi accertamenti, sembrerebbe ancora una volta correlata all'avifauna selvatica (anatidi selvatici) e alle particolari condizioni meteorologiche che hanno favorito, nelle ultime due settimane, il volo e gli spostamenti erratici di tali selvatici”.

Nuova area di protezione

A seguito di tale focolaio si sta provvedendo a ridefinire i confini della zona di protezione, del raggio minimo di 3 chilometri dalla sede del focolaio, con limitazione assoluta della movimentazione di ogni specie di volatile e prodotto avicolo e una zona di sorveglianza, del raggio minimo di 10 chilometri dalla sede del focolaio, che prevede vincoli e limitazioni alla movimentazione di volatili e loro prodotti.

Rischio assente per la popolazione

“Il virus H5N8 – conclude il dottor Eugenio Testa - è un virus tipico degli uccelli selvatici; il rischio per la popolazione è praticamente assente anche grazie ai continui controlli che il Dipartimento Veterinario sta compiendo su tutti gli allevamenti commerciali della provincia e con particolare frequenza e specifiche modalità, su quelli ricompresi nelle zone di protezione e sorveglianza istituite a ridosso dei focolai insorti nel territorio della provincia di Bergamo e nel vicino territorio di Brescia”.

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