Medicina e ricerca

Asst Bergamo Ovest conferma: vitamina D utile a prevenire ed evitare forme gravi di Covid

Partendo da oltre quaranta pubblicazioni scientifiche, l'Asst Bergamo Ovest ha dimostrato l'utilità della vitamina D contro il Covid.

Asst Bergamo Ovest conferma: vitamina D utile a prevenire ed evitare forme gravi di Covid
Pubblicato:

Come spiegato nel comunicato stampa dell'Asst Bergamo Ovest, la vitamina D aiuta a prevenire il contagio e le forme più gravi di Covid-19.

L'integrazione alimentare

Il ricordo dell'integrazione alimentare per la cura anche di malattie gravi quali tumori, malattie degenerative e infezioni è da tempo un argomento estremamente dibattuto, come è stato, nell'ultimo anno, il ruolo preventivo e terapeutico delle vitamine nelle infezioni da Covid-19. In particolare un topic del momento è il ruolo della vitamina D3 (anche nota come colecalciferolo), la cui fonte principale è l’esposizione alla luce solare (meno rilevante quella derivante dagli alimenti).

La vitamina D contro le infezioni

È di pochi giorni fa la notizia che l’uso fai da te degli integratori alimentari sia significativamente aumentato in questo periodo (vitamina C, vitamina D) grazie alla facile reperibilità sul commercio di tali sostanze. In particolare la vitamina D3 oltre ad intervenire nel metabolismo del calcio, sembra avere proprietà importanti nel modulare la risposta immunitaria alle infezioni. Viene da chiedersi quindi se possa avere un ruolo preventivo o terapeutico anche nella cura del covid-19: proprio questo è ciò che ha fatto l'Asst Bergamo Ovest mettendo insieme i dati esistenti nella letteratura scientifica mondiale.

Lo studio dell'Asst

Da questa analisi, la maggiore ad oggi pubblicata e condotta dalla UO di Oncologia dell’ASST Bergamo ovest, Presidio Ospedaliero di Treviglio-Caravaggio (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0960076021000765?via%3Dihub ), in collaborazione con i colleghi dell’UO di Medicina Generale – reparto che sta combattendo questa battaglia in prima linea sul campo - sono emersi dati interessanti. L’analisi ha avuto come termine i lavori pubblicati sui principali motori di ricerca scientifici il 31.1.2021. A tale data 43 lavori sono stati raccolti ed analizzati.

Il dato più rilevante - riporta lo studio - è stato che i soggetti con valori insufficienti di vitamina D avevano un rischio più elevato (di 1,26 volte) di contrarre l’infezione e, soprattutto, la malattia si presentava in forma più severa (intesa come rischio di intubazione o, comunque, di accesso in terapia intensiva: 2,6 volte più alto). Allo stesso modo i pazienti con valori inadeguati di vitamina D presentavano una più alta mortalità complessiva.

I dati, seppur basati su osservazioni a posteriori mostrerebbero dunque che coloro che assumevano integratori a dosi variabili di vitamina D3 prima, o li hanno ricevuti durante il ricovero, avevano un rischio notevolmente ridotto di mortalità o di contrarre forme severe di Covid.

Le conclusioni dell'analisi

Per concludere, cosa suggeriscono i dati di questa ricerca? 

In primo luogo è necessario mantenere un’adeguata concentrazione di vitamina D3, in particolare nei soggetti anziani - hanno spiegato i medici artefici dello studio in questione - In questo senso il ruolo della medicina di base è fondamentale per il monitoraggio e la prescrizione di tale integrazione. La vitamina D3 è economica, di facile assunzione (esistono varie formulazioni in gocce, fiale, compresse) e mutuabile, qualora i valori siano inadeguati. Non ha particolari effetti collaterali tranne che in caso di abuso. In secondo luogo, nei pazienti affetti da COVID 19 è importante identificare la carenza di vitamina D per poi poterla correggere nell’organismo, riducendo quindi il rischio di una evoluzione sfavorevole della malattia. Infine, alla luce delle evidenze della letteratura attuale, comprendente anche la nostra meta-analisi, sarebbe auspicabile poter includere tale esame nei protocolli clinico-terapeutici ministeriali e locali.
In attesa di ulteriori ampi studi di conferma, possiamo concludere che l’integrazione con vitamina D3 può rappresentare, insieme alle misure preventive  già in atto (isolamento, mascherine ecc) e soprattutto ai vaccini, un’ulteriore ausilio a disposizione dei clinici in questa battaglia.

Di seguito i nominativi dei dirigenti medici che hanno partecipato allo studio sopra riportato: Andrea Luciani (Dir. Oncologia), Fausto Petrelli (Medico Oncologia),  Paolo Colombelli (Medicina Generale), Giuseppina Dognini (Medicina).

TORNA ALLA HOME.

Seguici sui nostri canali