Alzheimer Cafè inaugurato all'oratorio di Cavernago

L'iniziativa fa parte del progetto d’Ambito "Invecchiando s’impara".

Alzheimer Cafè inaugurato all'oratorio di Cavernago
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Alzheimer Cafè all'oratorio di Cavernago. Per due anni sarà l'appuntamento del lunedì pomeriggio per i malati ed i loro familiari.

Alzheimer Cafè

Lunedì pomeriggio si è svolta l’inaugurazione alla presenza del sindaco Giuseppe Togni, il presidente dell’Ambito di Seriate Gabriele Cortesi, il parroco don Enrico Mangili, la dottoressa coordinatrice del progetto Silvana Marin, la responsabile dell’area anziani della coop. “Namastè” Eleonora Bonetti, le educatrici, l’assessore al Sociale Maria Britta e l’assistente sociale del Comune Elena Comelli. Presenti già i primi utenti, seduti attorno allo stesso tavolo.

Consapevolezza e sostegno

L'iniziativa fa parte del progetto d’Ambito "Invecchiando s’impara". Per due anni il caffè del lunedì pomeriggio sarà l’appuntamento per costruire una rete di sostegno ai malati ed ai familiari, che punta ad estendersi sempre di più verso una consapevolezza estesa all’intera comunità. Allontanare lo stigma di una malattia oscura ma sempre più diffusa è infatti una delle soluzioni al rischio di isolamento, sia per le persone con demenza sia per i loro caregiver.

Risposte concrete

“Questo è un modo per stare in mezzo alla gente e trovare sollievo – ha detto il sindaco Togni – e speriamo che possa diffondersi in altri Comuni limitrofi”. All’interno dell’Ambito di Seriate questo è il terzo Alzheimer Cafè che viene aperto. “Tutto si sviluppa all’interno del progetto 'Invecchiando s’impara a vivere' che vede protagonisti l’Ambito di Seriate e Grumello – ha detto il presidente Cortesi – Gli Alzheimer Cafè devono diffondersi il più possibile per dare risposte complete alle esigenze concrete del territorio. E' importante che si facciano in contesti di vita ordinaria e quotidiana. A Chiuduno ed Albano si trovano nei bar del centro sportivo e qui a Cavernago all’oratorio, innestandosi in una realtà già consolidata".

Punto di riferimento

"Da una parte cerchiamo di dare risposte all’utente - ha proseguito Cortesi - dall’altra parte esso è luogo di confronto e accompagnamento dei familiari per dare loro gli strumenti per leggere e reagire di fronte ai mutamenti della malattia. Ringrazio il Comune di Cavernago che ha dato la disponibilità e trovato lo spazio che accoglie questo servizio. Entro breve tempo sarà un punto di riferimento importante anche per i Comuni limitrofi che potranno accompagnare i propri cari”.

Non sentirsi soli

La dottoressa Marin ha puntato l’attenzione all’importanza di sentirsi meno soli. “Ci troveremo una volta a settimana per trovare la normalità – ha detto – e questo è importante perché non si deve per forza vivere dentro le quattro mura domestiche. Impareremo le problematiche più frequenti. In questo anno e mezzo di progetto abbiamo riscontrato che si creano anche dei legami di amicizia nel gruppo, e l’obiettivo è di farvi sentire meno soli, in un luogo sicuro, accolti e star bene insieme”.

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