Rivolta

Addio all'artista Giacomo Ghezzi, una vita per la pittura e la scultura

Si è spento questa notte a 77 anni all'ospedale di San Donato Milanese dove era ricoverato dal 27 dicembre.

Addio all'artista Giacomo Ghezzi, una vita per la pittura e la scultura
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Il 2022 inizia con un lutto per i rivoltani e tutti gli amanti dell'arte. Giacomo Ghezzi, pittore e scultore di fama, è mancato questa notte in ospedale a 77 anni.

Giacomo Ghezzi artista poliedrico

Nato a Gradella, frazione di Pandino, nel 1944, Ghezzi era cresciuto e vissuto sempre a Rivolta.
Diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Brera, la prima mostra personale risale al 1965 in paese. Oltre ad aver esposto le proprie opere in provincia di Cremona e nelle aree limitrofe, nella sua vita si era spostato in altre città italiane come Bologna, Firenze, Milano, Salerno, Bari, ma aveva viaggiato molto anche in Brasile (nel ’78, ’89, ’93, ’95) e in Francia nel ’94. Un artista in continua ricerca, che ha esplorato diverse tecniche dell’espressività unendo nelle sue opere esperienze vissute in terre lontane e quelle nella sua Rivolta. Tele e sculture affascinanti, che lo hanno fatto diventare un simbolo della comunità. Soffriva di diverse patologie ed era stato ricoverato a San Donato Milanese lo scorso 27 dicembre.

Nel 2018 l'incidente e il premio Rivoltano dell'anno

Nel 2018 l'artista ricevette il riconoscimento più ambito di Rivolta - fu Rivoltano dell'anno -  dal letto di un ospedale, dopo il terribile schianto contro una Renault Clio parcheggiata sulla strada, mentre a bordo della sua Fiat Panda stava transitando sulla Provinciale 1. Era il 24 agosto e un malore lo aveva colpito all'improvviso, facendogli perdere il controllo della vettura. Nell’impatto aveva riportato un trauma toracico importante, con frattura di alcune costole ed emorragia interna, oltre alla lussazione di un femore. Lui però, coriaceo, si era ripreso alla grande tornando con una mostra sulla Shoah.

"Mi dicono tutti che sono un miracolato... finché scampi möri no!" aveva scherzato in dialetto.

L'ultima mostra, la prima antologica

Proprio un mese fa Ghezzi aveva inaugurato la sua prima mostra antologica.

"Dopo mesi di vacanza forzata ho finalmente il piacere di invitarvi alla mia prima mostra antologica - aveva detto l'artista - saranno esposti quadri che ho realizzato dagli anni 60 fino ad ora".
Oggi appare quasi un testamento, un lascito a tutti i rivoltani ma anche a tutti gli amanti della sua arte.

Il ricordo della nipote

Ghezzi non era sposato e viveva solo nella sua casa di via Leopardi, ma intorno a sé aveva l'affetto del fratello Antonio e dei tanti nipoti.

"Si è aggravato di colpo ed è mancato questa notte - ha raccontato una nipote, Clara Ghezzi - era molto stimato e abbiamo già ricevuto tantissimi messaggi di cordoglio. Ringrazio di cuore a nome di tutta la famiglia. Quello che mi mancherà di più di lui è la sua libertà nel modo di essere.... Non appena arriverà la salma sarà composta nella casa funeraria di via Cereda".

Aggiornamento

I funerali saranno celebrati venerdì nella chiesa parrocchiale, alle 10.

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