Cronaca

Addio a Thiago El Arbaoui, voce fragile e potente dei social

È morto a 27 anni, consumato da un dolore profondo. Su TikTok aveva raccontato la sua battaglia contro i disturbi alimentari e la disforia di genere.

Addio a Thiago El Arbaoui, voce fragile e potente dei social
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È morto a 27 anni, consumato da un dolore profondo. Su TikTok aveva raccontato la sua battaglia contro i disturbi alimentari e la disforia di genere.

Un corpo martoriato, un’anima in cerca di ascolto

Thiago El Arbaoui, conosciuto sui social come Thiago Elar o semplicemente Th, è morto lunedì scorso a soli 27 anni. Si è spento all’ospedale di Treviglio, dove era ricoverato da tempo nel reparto di Psichiatria. La sua storia, fatta di dolore fisico e psicologico, non è purtroppo un caso isolato. Ma ciò che l’ha resa pubblica, condivisa e amplificata, è stata la sua scelta di raccontarsi ogni giorno sui social. Con oltre 150mila follower su TikTok, Instagram e YouTube, Thiago era diventato – suo malgrado – un testimone diretto di una sofferenza profonda, quella dei disturbi alimentari intrecciati a un percorso di transizione di genere e a una lunga storia di fragilità psichiche. Mostrava la sua quotidianità senza filtri: il corpo denutrito, le felpe oversize, le parole rotte dalla fatica, la voce che chiedeva comprensione, non giudizio.

Una lotta pubblica tra ospedali, stigma e incomprensione

Thiago era nato nel 1997 in una famiglia di origini marocchine. Da ragazza, aveva intrapreso un percorso di transizione che lo portò a cambiare nome, identità e prospettiva. Ma ciò che avrebbe dovuto essere una rinascita si scontrò con un disagio psichiatrico radicato e con una lunga serie di ricoveri in diverse strutture sanitarie. Non accettava quei ricoveri, spesso raccontati nei suoi video come imposti dalla famiglia, a cui non risparmiava accuse. Dalle stanze dell’ospedale psichiatrico di Treviglio, dove era in cura anche per disturbi alimentari gravi, pubblicava video quotidiani. Parlava della sua disforia, dell'isolamento, dell'incomprensione ricevuta dentro e fuori dai social. Spesso rispondeva agli haters, che lo colpivano per la sua condizione fisica e per la transizione. In altri momenti, chiedeva aiuto in modo implicito, velato, come se già sapesse che l’aiuto vero non sarebbe arrivato in tempo.

L’addio di “Th”: una morte annunciata e condivisa

Negli ultimi giorni, Thiago non nascondeva la consapevolezza della fine. “Sto aspettando una notizia terribile”, diceva in un video. E poi, poco prima che la situazione precipitasse: “Ciao ragazzi, sono TH. Niente, come ho già detto sto aspettando di andare in un posto, non posso dire dove, però mi porterà alla fine dei miei giorni, probabilmente. Ciao a tutti”. Era il preludio alla terapia del dolore, iniziata quando ormai il corpo, logorato da anni di denutrizione e sofferenza, non rispondeva più. I medici lo sapevano, lui lo sapeva. Ma fino all’ultimo, ha voluto essere presente, anche se solo con la voce, anche se solo con una storia su TikTok. Lunedì, la madre ha annunciato la sua morte. E con lei, i familiari, stretti in un dolore privato che si è fatto pubblico. "Esprimiamo la nostra più sentita vicinanza ai familiari per il dolore che stanno attraversando in questo momento di grande sofferenza", ha dichiarato il direttore generale dell’Asst Bergamo Ovest, Giovanni Palazzo. Thiago non c’è più. Ma resta la sua voce, fragile e potente, che su TikTok ha lasciato il segno di una battaglia mai vinta ma nemmeno silenziata. Una battaglia che oggi, più che mai, ci interroga.