"Abbattere le torri è un errore": il sogno dell'architetto per Zingonia - TreviglioTV

"Abbattere le torri  è un errore": il sogno dell'architetto per Zingonia - TreviglioTV
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Redazione, 27 maggio

Case ad alta efficienza energetica, materiali all’avanguardia, parchi, uffici e persino un vero e proprio teatro all’aria aperta. Sembra una città del nord europa, invece è Zingonia. 
O almeno, un possibile Zingonia del futuro, così come è stata pensata da Nunzio Giarratana, architetto verdellese, che negli ultimi due anni ha lavorato ad un progetto di riqualificazione alternativo all’abbattimento delle torri che sembrerebbe in grado di far rivivere il sogno di Zingone di una città all’avanguardia: «Avevo circa 8 anni quando ho visto nascere Zingonia - ha raccontato Giarratana nel presentare il suo progetto all’interno del ciclo di incontri “i martedì sostenibili” organizzato dall’associazione circolo culturale  - quel cartello con quei grattacieli disegnati faceva sognare un mondo completamente diverso rispetto a quello di chi, come me, viveva nei cortili di Ciserano. Quando ho visto i primi capannoni ho pensato che un giorno sarei andato a lavorare lì e non avrei avuto bisogno di andare a lavorare a Milano come faceva mio padre. Anche il missile faceva sognare: l’uomo non era ancora andato sulla luna e quella fontana che svettava nella piazza rimandava a mondi lontani, non ancora scoperti». 
Un legame sentimentale quello tra Zingonia e Giarratana, che ha studiato per oltre due anni un progetto che potesse essere alternativo a quello prevsto dal cronoprogramma: «Togliere la componente residenziale dalle torri - spiega Giarratana - è un errore madornale, che non farà altro che accentuare la grande differenza tra la parte nord e sud di Ciserano, tagliata in due dalla Francesca. Quello che si dovrebbe fare è tentare invece di ricucire questo strappo rappresentato dalla provinciale». Sono dunque dei veri e propri «punti di sutura verdi» quelli pensati dall’architetto che ha previsto diversi interventi per rallentare il traffico sulla Francesca trasformandola da strada di fatto extraurbana a strada urbana con una zona a traffico moderato con limite di 30 chilometri all’ora. Il traffico pesante, secondo il progetto di Giarratana, andrebbe deviato a nord del paese mentre quello leggero andrebbe regolato grazie alla realizzazione di due rotonde e alla trasformazione di alcuni tratti in aree verdi attrezzati per l’attività sportiva e ricreativa. Anche le torri Anna e Athena diventerebbero edifici all’avanguardia a basso impatto ambientale, così come i capannoni sul lato ovest delle torri, che potrebbero essere adibiti a laboratori artigianali e loft: «Demolire le torri, oltre ad essere un grave errore socio-culturale sarebbe uno spreco di energia - ha spiegato Giarratana -  Le 6 torri sono una grande risorsa urbana ed il loro abbattimento sarebbe un'enorme perdita storico/economica ed un’occasione sprecata per il rilancio del territorio comunale. Le torri ed i fabbricati adiacenti vanno riqualificati mantenendo le strutture portanti e ricostruendo i tamponamenti e gli impianti con materiali e soluzioni tecnologiche che garantiscano elevati parametri di efficienza energetica e sostenibilità nonché comfort abitativo. La residenza e le attività commerciali vanno mantenute, prevedendo anche un incremento volumetrico per queste ultime. I capannoni ad ovest delle torri vanno riqualificati per attività residenziali, commerciali e culturali». 
Un progetto visionario, un sogno che per essere realizzato avrebbe bisogno di tempo e denaro ma che secondo l’architetto e i membri del «Gruppo K» non è irrealizzabile: «Se si spendessero i soldi previsti per l’abbattimento in interventi di riqualificazione - sostiene Giarratana - sono sicuro che gli investitori arriverebbero e ritornerebbero a Zingonia di corsa. Costruire una grande area commerciale senza residenti, che di notte resterebbe dunque completamente deserta, non avrebbe certo un effetto positivo sul degrado, anzi. L’impressione è che si voglia seguire una logica di zonizzazione ormai superata da anni, mentre tutti gli studi più recenti dimostrano come la migliore soluzione per abbattere il concetto di periferia sia un mix tra residenziale e terziario». 
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