Travolta da un automobilista al cellulare: "Ho rischiato di rimanere paralizzata"
L'ex presidente del Rotary club Pandino visconteo Marina Zanotti racconta la sua terribile esperienza.

A settembre un grave incidente, ma oggi finalmente sta bene. La testimonianza della cremasca Marina Zanotti.
Marina Zanotti vittima di un grave incidente
E' stata investita due mesi fa da un automobilista troppo concentrato sul cellulare e poco sulla guida. Marina Zanotti, ex presidente del "Rotary Club Pandino visconteo" ha deciso di raccontare i due mesi di cura e riabilitazione a cui si è dovuta sottoporre per guarire da traumi e ferite.
"Oggi, a due mesi dall’incidente, dopo le visite di controllo (andate bene), dopo aver visto la foto della mia faccia prima che mi sistemassero (vi garantisco che mi ha fortemente impressionato e turbato) vi rendo partecipi di qualche mia emozione e riflessione - ha scritto sul suo profilo social - Il 5 settembre, mentre ci godevamo una fine gita bellissima, una persona, alla guida della sua Range Evoque, distratto dal suo cellulare e da un messaggio così importante, da non poter essere rimandato, incrociandoci, perdeva il controllo della sua vettura e ci investiva".
Le conseguenze
Conseguenze non indifferenti per l'ex presidente, che è rimasta immobilizzata per 15 giorni , con un vertebra fratturata, 40 punti di sutura in fronte, un trauma cranico commotivo severo, una lesione interna, la frattura scomposta del piede e la lussazione di un dito della mano.
"Ho rischiato di rimanere paralizzata - prosegue nel post - Sono rimasta incosciente e in prognosi riservata per più di sei ore. Mio marito fortunatamente ha avuto lesioni meno gravi. Mi hanno estratto i Vigili del fuoco con le pinze, ci hanno elitrasportati, mi hanno profuso ossigeno e morfina per i dolori... Ha fatto morire di paura mio figlio, Viviana, i miei amici. Tutto e solo perché quel cellulare era più importante di qualsiasi altra cosa".
La riabilitazione
Dalla denuncia dei comportamenti scorretti e pericolosi alla guida, ai ringraziamenti verso chi si è preso cura di lei durante tutta la finestra riabilitativa.
"Voglio ringraziare tutta l’equipe medica della neurochirurgia dell’ospedale di Trento S. Chiara, gli infermieri e tutto il personale che mi ha curato con un affetto e una delicatezza commuoventi - ha scritto - Sono stata anche tre settimane in riabilitazione all'Eremo di Sant'Arco di Trento, dove ho condiviso un’esperienza unica con persone speciali. Anche qui ho trovato medici, infermieri e personale di una umanità, una dolcezza e sensibilità unici. Si sono presi cura di me con un amore insperato. Mi hanno imboccato, lavato, vestito e accudito senza mai risparmiarsi. Ho conosciuto compagne di viaggio alle quali voglio bene, perché abbiamo pianto, gioito dei nostri piccoli progressi e conquiste giornaliere, abbiamo assaporato e riscoperto i gesti e i sentimenti semplici e veri. Ci siamo prese per mano quando pensavamo di affondare e perderci nel buio più profondo. Per questo motivo, ringrazio le amiche Chiara Tapparelli, Elena Cozzio, Caterina, la mitica Fanny e l’incredibile Cristian, per essere riuscite a ridere insieme, nonostante tutto. Abbiamo vissuto per un mese da sole, sole nei nostri ospedali, con i nostri dolori, frustrazioni, delusioni, gioie, vittorie e ricadute ma sempre insieme, facendoci coraggio l’una con l’altra, potendo contare l’una sull’ altra. Dall’esterno ho ricevuto attenzioni, premure e affetto dagli amici più cari ma anche da persone che mi hanno meravigliosamente stupito, non facendomi mancare mai affetto e vicinanza. Amici che ogni mattina e ogni sera mi facevano sentire che c’erano. Grazie, mi ricorderò di voi sempre e sappiate che ho conservato tutti i vostri messaggi che mi hanno tenuto compagnia e mi hanno confortato tantissimo. Ora è l’inizio di una nuova vita , sì, perché qualcuno ha voluto donarmi una seconda possibilità... e non ho intenzione di sprecarla".