Arriva il primo Polo per l'infanzia: la rivoluzione passa da "Il mio nido"

Un percorso da 0 a 6 anni che segue le tappe naturali della crescita del bambino

Arriva il primo Polo per l'infanzia: la rivoluzione passa da "Il mio nido"
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"Il mio nido" di Treviglio vince la scommessa di una nuova visione di apprendimento e crescita: approvata la sperimentazione che lo porterà ad essere un vero e proprio "Polo per l'infanzia". Uno tra i primi in Lombardia.

Primo "Polo per l'infanzia" sul territorio

La soddisfazione è tanta e traspare con emozione dalla voce della direttrice ed educatrice de "Il mio nido" Elisa Pierri che, nei giorni scorsi, ha annunciato il traguardo raggiunto con molto impegno. Treviglio avrà a disposizione per i suoi bambini non un nido, non una materna, ma una scuola del tutto nuova, che abbraccia metodi d'apprendimento che mettono al centro, sempre di più, i veri protagonisti e cioè i bambini.

Da 0 a 6 senza mai cambiare

Una comodità per tutti: genitori, insegnanti e ovviamente bambini. Chi potrà accedere a "Il mio nido" (le liste d'attesa sono già parecchio lunghe) avrà a disposizione un percorso lineare di massimo sei anni, ovvero, fino al compimento dell'età per accedere alla scuola primaria. Niente più passaggio dal nido alla scuola per l'infanzia, niente più cambi di maestre e compagni. Tutto sarà così flessibile che crescere non sarà più un fatto di anni, ma di conquiste.

Elisa Pierri

"Sono le competenze a fare il bambino"

E' qui che sta la vera rivoluzione de "Il mio nido". Ancor prima di accedere a questa sperimentazione, infatti, la mission della struttura è sempre stata quella di mettersi al servizio dei piccoli utenti. Come fare? "La richiesta di identificarci come polo per l'infanzia nasce dallo stile pedagogico che abbiamo scelto di seguire - ha spiegato Elisa Pierri - Non sono più gli anni del bambino a fare le sue competenze, ma viceversa. Non si prosegue più per step fissi che tutti devono raggiungere, non si sa per che motivo, nello stesso momento, ma accompagna il bambino nella sua personale crescita, ascoltando i suoi tempi". In base a ciò vengono poi costituiti dei "gruppi di lavoro", non delle vere e proprie classi, che proseguono con programmi diversi a seconda del livello di apprendimento e crescita riservando molti momenti di interscambio con gli altri gruppi.

"Classi aperte" e stimoli dall'esterno

La suddivisione flessibile in classi aperte consente di modificare l'assetto e la composizione dei gruppi anche durante l'anno. Sono, però, tanti i momenti in cui i bimbi si trovano tutti insieme, come per il momento del pranzo. "E' più facile che un bimbo piccolo impari a usare le posate da uno più grande piuttosto che dalle maestre - ha proseguito Pierri - Procedono molto per imitazione e imparano tantissimo dalle esperienze". Una visione filo montessoriana che però non ne riprende pari pari il metodo, ma lo adatta ai tempi moderni e alle nuove esigenze dei bambini. "Viviamo molto sull'esperienza - ha aggiunto - diamo la possibilità di sperimentare in modo che siano i ricordi di quanto visto e fatto a far progredire il bambino nella sua crescita".

E nell'offerta anche il bilinguismo

Il nido, al momento, può accogliere 50 bambini seguiti da nove educatrici. "Non abbiamo voluto alzare il numero degli iscritti per poter continuare a garantire un servizio di buon livello - ha precisato Pierri - Al momento diamo la possibilità ai genitori di lasciare i bimbi anche dalle 7.30 alle 18.30 e offriamo due volte a settimane l'esperienza di avere una madrelingua che parla solo in inglese, ed è molto apprezzata".

Una storia lunga sei anni

"Il mio nido" nasce a Caravaggio sei anni fa dove è rimasto attivo come micronido (solo dieci bambini) in via Mozzanica. E' il novembre 2014 quando apre a Treviglio in viale Piave, 37. Da lì un crescendo di attività e progetti che lo porterà, a settembre, a iniziare la sperimentazione. La formazione delle educatrici passa dalle esperienze dell'"Asilo del bosco" e "Asilo del mare" con l'associazione "Manes" di Danilo Casertano: un'impronta forte di "outdoor education" che tutt'oggi caratterizza il nido.

Alice Fabbrucci ed Elisa Pierri

Il sostegno  dell'associazione Maximo

"Quando abbiamo fatto presente la nostra richiesta abbiamo incontrato subito l'appoggio dell'Amministrazione comunale - ha concluso Pierri -   Un grande grazie anche alla vice presidente dell'associazione "Maximo", Alice Fabbrucci che per prima ha creduto in me e nel progetto".

Il Comune e  Risorsa sociale: "Bene, ma controlleremo per il bene dei bambini"

L'assessore competente Pinuccia Prandina, in qualità anche di portavoce di Risorsa sociale, ha salutato l'apertura con favore, ma anche annunciando controlli mirati.  "L'apertura di una sperimentazione nel campo dei servizi all'infanzia vede il favore di Risorsa sociale ma anche l'impegno ad un monitoraggio e ad una verifica che permetta di controllare puntualmente la bontà dell'iniziativa, a vantaggio di famiglie e soprattutto dei bambini - ha detto - E' questo che abbiamo voluto fare, aprendo una fase di verifica costante della proposta de "Il mio nido", perché possa essere annoverata tra le nuove offerte del nostro Ambito. Abbiamo anche chiesto di diminuire la capacità ricettiva dell'asilo secondo le direttive di legge".

 

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