Alla Gio'Style di Urgnano il progressivo declino è ormai inarrestabile

Proclamati scioperi da parte dei sindacati contro il piano industriale

Alla Gio'Style di Urgnano il progressivo declino è ormai inarrestabile
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Alla Gio'Style di Urgnano il progressivo declino è ormai inarrestabile

Alla Gio'Style di Urgnano il progressivo declino è ormai inarrestabile. Si tratta di un'azienda nata nel secondo dopoguerra con lo scopo di produrre componenti plastici dei primi frigoriferi, il suo successo presso il grande pubblico arrivò in concomitanza con il “boom” della plastica nei prodotti per la casa e per i pic nic; ad oggi è il marchio più conosciuto del settore dove eccelle particolarmente soprattutto nelle categorie dei contenitori ermetici degli alimenti, delle borse termiche e dei frigoriferi portatili (sia elettrici che con accumulatori di freddo).

 

I problemi principali riguardano le linee di produzione sempre più dismesse

Il piano Industriale che prevede un’esternalizzazione quasi totale di tutte le linee dei prodotti. “In più assistiamo a una situazione a dir poco paradossale: si fanno confezionare i prodotti a terzi e si fa uso massiccio di personale della cooperativa, mentre i propri dipendenti affrontano il sacrificio della Cassa integrazione straordinaria” hanno affermato Piero Allieri della FILCTEM-CGIL e Silvio Mastropasqua di FEMCA-CISL di Bergamo. “Diventando di fatto una realtà solo commerciale si dimenticano il contributo e i sacrifici dei lavoratori che dal Dopoguerra ad oggi hanno reso grande il marchio Gio'Style”.

Lo sciopero

Per questi motivi l’assemblea dei lavoratori ha proclamato uno sciopero di 8 ore per oggi 30 giugno, con un presidio davanti ai cancelli dell’azienda. Nonostante i sindacati in occasione di ciascun incontro con l’azienda abbiano espresso la loro contrarietà al dumping contrattuale tra i lavoratori dell’azienda e quelli della cooperativa, in queste settimane nulla è cambiato. I due sindacalisti hanno infine concluso “Le relazioni industriali diventano sempre più complicate con una direzione aziendale che dimostra grande incoerenza tra quello che dice quello che poi mette in atto, diventando perciò un interlocutore inaffidabile”.

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