Cultura

Un libro per raccontare un viaggio tra arte, fede e natura in bergamasca

La trevigliese Donatella Redaelli ha intrapreso l’avventura del cammino dell’Alta Via delle Grazie.

Un libro per raccontare un viaggio tra arte, fede e natura in bergamasca
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Vive e insegna in Val Seriana, ma è una trevigliese doc, come i suoi genitori Gina e Costante, e per molti anni ha insegnato alla scuola elementare di Arcene. Lei è Donatella Redaelli: una persona speciale, dai molti interessi e risorse. Appassionata e competente in storia dell’arte, ha tenuto corsi per bambini anche nelle scuole di Treviglio. Camminatrice instancabile, non ha tralasciato nemmeno la famosa maratona di New York. Pellegrina per vocazione, ha intrapreso l’avventura del cammino dell’Alta Via delle Grazie, un percorso tra arte, fede e natura in bergamasca, sullo stile di quello di Santiago de Compostela in Spagna o della Via Francigena in Italia.

Un viaggio tra arte, fede e natura

Non solo, con Cinzia Maffeis e Roberto Rho è coautrice di “Camminare sull’Alta Via delle Grazie”, libro presentato il 21 maggio a Bergamo, il secondo della collana Guide Romantiche-Edizioni Bolis. Il luogo della presentazione è stata la chiesa di Santa Maria delle Grazie, punto di partenza per tutti i pellegrini che intraprendono questa esperienza.

Perché questo libro?

"Il passo conduce alla ricerca, al silenzio, unisce amicizia, natura, arte, emozioni; è un viaggio che accompagna il pensiero alla riflessione. E’ un cammino così bello che abbiamo voluto condividerlo lasciando una traccia anche per chi vuole mettere il proprio piede in questo
percorso".

Com’è questo viaggio?

"E’ un percorso ad anello di più di 300 Km in 12 giorni di cammino; si parte dalla chiesa di S. Maria delle Grazie e il primo giorno si sale a Selvino, poi verso Vertova, Premolo, Gromo, Ponte Nossa, fin su a Castione della Presolana, poi verso Lovere, Montisola e infine dalla Val Cavallina si torna in Val Seriana fino al Santuario di Altino. Tappe sono santuari, monasteri e conventi, presso cui i pellegrini trovano anche ospitalità e ottima cucina".

Il viaggio verso Compostela ha come simbolo una conchiglia. E questo percorso?

"E’ un quadrifoglio blu al centro di un rettangolo giallo, in una corona circolare con le stelle dell’Europa; ogni petalo del quadrifoglio rappresenta un po’ gli elementi del cammino: natura, arte, spiritualità, accoglienza. C’è anche un “passaporto del pellegrino” su cui si raccolgono i timbri delle varie tappe".

Un percorso impegnativo? Può essere intrapreso da chiunque?

"Da chiunque abbia voglia di scoprire e sentire. Non è una gara, anzi un accompagnamento alla lentezza. E “Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore”, come dice Paulo Coelho. Gli altri compagni di viaggio incoraggeranno e le tappe faranno da ristoro, anche spirituale nei 18 santuari di quella che viene chiamata la busqueda-ricerca interiore, una ricerca della bellezza".

Perché Alta Via? E delle Grazie?

"E’ un percorso che sale verso il cielo, fisicamente e mentalmente. Si arriva ai 1.798 metri del passo della Manina. Delle Grazie è per il punto di partenza, ma anche per tutto ciò che di bello si incontra in questo cammino di prossimità. Un grazie speciale va Gabriella Castelli ideatrice del percorso con Giambattista Merelli che è mancato poco tempo fa. A lui va il nostro pensiero anche con questo libro".

Il libro si trova in ogni libreria ed è in vendita anche on line. Donatella è una persona semplice e cordiale, in modo lieve e rispettoso sa accostarsi alla natura, all’arte, agli affetti per gli amici, per la famiglia, per i suoi bambini a scuola. Una ”maestra” che insegna sui sentieri della vita con l’umiltà di chi cerca e sa stupirsi del mondo. Come dice Eugenio Barba, noto regista e fondatore dell’Odin Teatret (che a suo tempo aveva fatto tappa anche a Treviglio): “Chi sei? Un solitario che scompare nel deserto, oppure colui che inoltrandosi, anche perdendosi, finisce per tracciare una pista?”.

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