Scolpito nella storia

Trentasette anni fa... la grande nevicata dell'85 imbiancava Treviglio e la Bassa

Era il 13 gennaio del 1985 quando iniziò a nevicare. Non smise, giorno e notte, fino al 17 gennaio. In 72 ore, caddero tra i 70 ed i 90 cm di neve.

Trentasette anni fa... la grande nevicata dell'85 imbiancava Treviglio e la Bassa
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(foto di Treviglio Amarcord)

Guardando il cielo di oggi ci vuole davvero un bello sforzo di immaginazione per “visualizzare” montagne di neve per strada, o, per chi c’era, un bello sforzo di memoria. Sì perché oggi splende il sole, ma 37 anni fa “cadeva” la grande nevicata dell’85.

Oggi, giovedì 13 gennaio 2022 è infatti il 37esimo anniversario di quella che, a giusto titolo, è stata ribattezzata la nevicata del secolo (il 20esimo). E a distanza di 37 anni suonati quel record è tutt’ora assolutamente ben saldo. Mai, dopo di allora, il nostro territorio ha assistito a un evento nevoso di quella portata.

La  grande nevicata dell’85

La nevicata del 1985 (Foto di Bruno Frigerio)

Nevicò per tre giorni e tre notti senza mai accennare a smettere. I fiocchi cadevano grandi e soffici e si posavano uno dopo l’altro. Quando finì la città e la Bassa erano irriconoscibili. Ricoperto da un manto di neve fresca il paesaggio era suggestivo e indimenticabile. Era la grande nevicata del 1985. Mai, dopo di allora, il nostro territorio ha assistito a un evento nevoso di quella portata. La cronaca dell'epoca racconta un inverno rigidissimo. Nei primi giorni del 1985 la temperatura a Treviglio era arrivata a toccare i 15 gradi sotto lo zero. Un record che non si registrava da un ventennio. E la neve era già iniziata a cadere l'8 gennaio imbiancando la città, ma non era nulla rispetto a ciò che sarebbe successo qualche giorno dopo.

Era il 13 gennaio del 1985 quando iniziò a nevicare. Non smise, giorno e notte, fino al 17 gennaio. In 72 ore, caddero tra i 70 ed i 90 cm di neve. Da quel momento sono trascorsi 37 anni, ma nella mente di chi l’ha vissuta, il ricordo è ancora vivo e raccontare di quei giorni così strani viene quasi spontaneo.

Una valanga di ricordi

Nel 2020 il nostro Giornale aveva raccolto alcune testimonianze, ricordi per lo più, di un avvenimento che è rimasto nella storia della città e di tutta la Bassa.

«Avevo cinque anni - ricorda Agostina Passoni - Niente scuola e tutto il giorno a giocare con la neve». Lory Donato, invece, di anni ne aveva 9: «Ricordo che per giorni non siamo andati a scuola e mi divertivo a fare le scivolate sulla discesa di casa mia con i sacchi dell’immondizia».

Ma c’era chi a scuola, almeno il 13 gennaio, c’era andato. Se ne ricorda bene Rita Rovaris, insegnante di Verdello: «Abito a Verdello e insegnavo a Zingonia - ricorda - con mia cognata e una mia amica, pure di Verdello e insegnanti, ci siamo messe i doposci e siamo partite a piedi da Via 1^ Maggio fino alla scuola elementare di Zingonia. Tutte le colleghe di Verdellino e dei paesi limitrofi sono arrivate. Quello che ci ha lasciate stupite era che non c'erano bambini. La quasi totalità era rimasta a casa. Con i pochi che c'erano abbiamo giocato nel cortile a fare pupazzi e anche a palle di neve. E poi grandi chiacchiere tra noi colleghe. Non ci sembrava vero di avere tempo per chiacchierare in santa pace. E' stata una giornata speciale e divertente».

Non tutti, però, l’hanno potuta vivere con leggerezza e gioia. C’era anche chi, in quei giorni, ha vissuto un incubo.

«Io mi ricordo a Masano (Caravaggio) non abbiamo avuto luce e acqua per tre giorni - racconta Margherita Manenti - e con due bimbe di 5 e 2 anni in casa è stato un disastro».

«Da idraulico - scrive invece Sergio Pacchiarotti - un incubo con i contatori che si rompevano per il freddo».

Oppure ancora come Mara Mazzelli che racconta: «Abitavo a Treviglio e lavoravo a Bergamo, facevo la benzinaia e non potevo tenere chiuso. E’ stato tremendo arrivarci, nessuno rispettava i semafori e avevo più spesa che guadagno».

Momenti che lasciano il segno e ci permettono di ricordare esattamente dove ci trovavamo e cosa stavamo facendo. Non se lo può certo scordare Ornella Bettoni che il 16 gennaio 1985 ha dato alla luce la sua Mavi: «Con mio marito da una parte e mia madre dall'altra tra una contrazione e l'altra a piedi perché era impossibile usare la macchina mi sono recata in ospedale. Alle 6,30 del 16 nasceva Mavi, in un paio di giorni il reparto della maternità si è riempito».

La nevicata del 1985

«Mi ricordo che in quei giorni era nato mio nipote all'ospedale di Treviglio e per andare a trovarlo in auto ci abbiamo messo un’ora e mezza per percorrere sei chilometri...», ricorda invece Irene Giordano. Poi ci sono racconti divertenti come quello di Sara Quadri:
«Per uscire di casa c'era una rampa e nessun vicino riusciva ad andare al lavoro. Mio papà, all'epoca direttore di banca che non è mai stato un giorno a casa dal lavoro, decide di rinunciare alla sua Lancia e di prendere la Dyane azzurro puffo di mia mamma da tutti chiamata la Paperina. Si mette al volante, scala la rampa e apre la pista a tutti gli altri papà che dovevano andare a lavorare. Questo è il mio ricordo dell'85: mio padre super eroe in giacca e cravatta a cavallo della Paperina».

E, ancora, imbarazzanti come la caduta in stazione scolpita nella memoria di Alessandra Pedrini.
C’era chi doveva partire per il militare, ma i treni non partivano, e chi la divisa l’ha indossata e ha spalato la neve a Milano. C’era tutta una quotidianità che cercava di procedere normalmente, ma è rimasta scombussolata da un evento che resterà - si voglia oppure no - scritto nella nostra storia.

La nevicata in Italia

Il totale della coltre bianca caduta raggiunse livelli record: 20 centimetri a Genova, 30 a Venezia, 40 a Padova e Treviso, 50 a Udine e Vicenza, 60 a Biella, 80 a Bologna, 110 a Como, 122 a Varese, da 130 a 150 cm a Trento.

A Milano, dopo 4 giorni e 3 notti di nevicata, il manto nevoso arrivava fino a 90 cm. Nevicò addirittura a Cagliari e in tutta la Sardegna. La neve divenne anche un caso politico: il blocco quasi generale della circolazione e degli aeroporti, causato dalla nevicata, fu oggetto di numerose interpellanze da parte di parlamentari, alla Camera dei deputati durante la seduta del 16 gennaio 1985.

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