Treviglio

"San Maurizio", Legambiente e Pd preoccupati anche per il rischio chimico

Le osservazioni contro il progetto di realizzare un’area commerciale nell’area di via Calvenzano a Treviglio, dove sorge l’antica chiesa che, a sua volta, verrebbe trasformata in un ristorante.

"San Maurizio", Legambiente e Pd preoccupati anche per il rischio chimico
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Le osservazioni contro il progetto di realizzare un’area commerciale nell’area di via Calvenzano a Treviglio, dove sorge l’antica chiesa che, a sua volta, verrebbe trasformata in un ristorante.

Il piano

Sull’area di 28 mila metri quadrati, il progetto prevede la realizzazione di tre lotti funzionali e di una area verde circostante la Cascina San Maurizio (nella foto), collegati tra loro da viabilità pubblica e dotata di parcheggi privati di uso pubblico. Il lotto A prevede la realizzazione di un impianto distribuzioni carburante, cosiddetta «Pompa bianca»; nel lotto B sorgerà una media struttura di vendita di tipo alimentare e non, per una superficie di 2.499 metri quadrati; nel lotto C, infine, verranno realizzate due medie strutture di vendita per totali 1.800 metri quadrati.

Tre ville

Ci sarebbe poi il quarto lotto, quello appunto dove sorge l’ex chiesa, attualmente in stato di forte degrado, che in futuro, grazie alla riqualificazione, potrà diventare un negozio o un ristorante. E’ comunque prevista la sua "protezione" con un’area verde. Un progetto che non piace all’opposizione e agli ambientalisti, soprattutto perché prevede la realizzazione dell’ennesimo supermercato, oltre che per la «cancellazione» di una testimonianza storica come l’antica chiesa di San Maurizio, un edificio che ha 1.300 anni di storia e che ha contribuito a dare vita a Treviglio: dall’unione della località Portoli, di cui era il cuore pulsante, con Cusarola e Pisgnano, le famose "tre ville", nacque infatti la città.

"Visto il numero di supermercati e di aree commerciali a Treviglio pensiamo che questo progetto non sarà utile sicuramente all’ambiente e, forse, ai cittadini - fanno sapere dal circolo di Legambiente “Terre del Gerundo” - Le osservazioni che abbiamo presentato cercano di ridurre la cementificazione dell’area, l’impatto in caso di incidente nella vicina industria Icib e migliorare la gestione del traffico già consistente in quella zona".

Azienda Chimica

Riguardo alla vicina azienda chimica, Legambiente teme problemi di sicurezza. La Icib, infatti, secondo l’Elaborato Tecnico di Pianificazione Urbanistica per le Industri a Rischio Rilevante, in caso di dispersione tossica c’è un rischio di "elevata letalità" a 17 metri e di "lesioni irreversibili" sino a 45 metri dal perimetro aziendale. Un raggio entro il quale rientra il piano attuativo. Da qui il suggerimento di Legambiente di prevedere una barriera di alberature ad alto fusto. Una criticità che è stata rilevata anche dal Partito Democratico. "Non proprio il posto ideale per un supermercato", ha commentato la capogruppo Matilde Tura. Che poi punta il dito soprattutto contro la nuova area commerciale.

"Il piano prevede tre strutture di vendita - ha sottolineato - una alimentare di 2.499 metri quadrati e due non alimentari di complessivi 1.800 metri quadrati non alimentari, per un totale di superficie di vendita di 4.299 mq. Siamo quindi ben oltre il limite tassativo di 2.500 mq imposto dalle disposizioni regionali, che per le strutture che si classificano come “medie strutture di vendita” impone questi limiti di superficie, anche quando tali superfici siano previste in edifici separati o distinti tra loro. Se si va oltre innanzitutto si devono prevedere standard (verde e parcheggi) molto superiori, e si necessita di autorizzazione regionale in quanto “grande struttura di vendita”.

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