Crema

Politica divisa sull'intitolazione dell'ospedale a Gino Strada

La proposta è stata lanciata dal giornalista e insegnante Alex Corlazzoli

Politica divisa sull'intitolazione dell'ospedale a Gino Strada
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Intitolare l’ospedale Maggiore di Crema al noto chirurgo fondatore della Ong "Emergency" Gino Strada: la proposta, lanciata dal giornalista e insegnante Alex Corlazzoli, spacca in due la politica locale, che tramite social ha detto la sua.

Il fronte del sì

Fra i primi a rispondere positivamente c’è la sindaca di Crema Stefania Bonaldi.

"Una proposta che personalmente mi piace, perché riconosce il valore di un grande medico lombardo e al contempo si rivela molto sfidante, soprattutto per l’idea di sanità coltivata, perseguita e praticata da Gino Strada - ha scritto - Vale a dire quella di una sanità pubblica che garantisca un diritto pieno alla salute per tutti e per tutte. Un obiettivo sfidante specie in Lombardia, dove in Sanità abbiamo assistito, negli ultimi 25 anni, a un progressivo arretramento del pubblico a beneficio del privato e a uno smantellamento dei servizi territoriali e dei distretti, che hanno mantenuto solo il nome ma sono stati svuotati di funzioni erogatrici di servizi sanitari pubblici alle comunità".

Favorevoli anche i pentastellati cremaschi, che hanno affidato a un comunicato la propria opinione sull’idea di Corlazzoli.

"L’intitolazione deve costituire un punto di partenza e non di arrivo, per far sì che Regione Lombardia cambi completamente approccio rispetto a un sistema sanitario pubblico molto meno efficiente di quanto potrebbe e dovrebbe essere - si legge - I tempi di attesa per esami diagnostici fondamentali sono sempre più vergognosi per un Paese civile. Per questo ispirarsi al messaggio di Gino Strada può essere un modo per cambiare rotta rispetto a una modalità di amministrare la Sanità di Regione Lombardia che ha mostrato e continua a mostrare tutti i suoi fallimenti, quotidianamente sulla pelle dei cittadini bisognosi di cure".

Il fronte del No

Pollice verso dal capogruppo di Forza Italia - Crema Antonio Agazzi, che ha letto la proposta in chiave politica.

"Dopo il martellamento politico-ideologico relativamente all’enfatizzato apporto dei medici cubani nella prima fase pandemica, dopo l’uso unilaterale della toponomastica a beneficio principalmente delle icone della Sinistra e quasi mai in una logica di memoria condivisa, davvero non si avverte il bisogno di dedicazioni di parte dell’ospedale Maggiore, che è l’ospedale di tutti i cremaschi - ha tuonato - Nulla togliendo a Gino Strada, vi sono tante realtà e istituzioni, spesso di matrice cristiana, che si prendono cura dell’umanità sofferente senza essere mai state ritenute degne di simili riconoscimenti. Speriamo che la Regione non si presti a iniziative di parte".

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo consiliare della Lega, Andrea Agazzi.

"Onore e rispetto per Gino Strada - ha commentato - L’ho già detto e scritto. Ma il nostro ospedale, se davvero deve avere un titolo, non trovo persona più adatta di Luigi Ablondi. Lui, per Crema e per il nostro territorio, ha dato tutto per ogni giorno che l’ha servito e ha certamente un legame molto più profondo con tutta la comunità ed il personale sanitario".

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