Ambiente

Pm10, anche nella Bassa finalmente si respira (ma è presto per festeggiare)

La stazione di piazza Insurrezione ha misurato a Treviglio una media annuale di 26,6 microgrammi per metro cubo e "soltanto" 28 sforamenti

Pm10, anche nella Bassa finalmente si respira (ma è presto per festeggiare)
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Per una volta c'è davvero da sorridere, anche se si parla di particolato fine e di qualità dell'aria nel cuore della pianura Padana, uno dei bacini in cui l'inquinamento atmosferico mostra alcuni tra i peggiori dati d'Europa. Eppure è così: l'ultimo report di Legambiente ha certificato che, complice probabilmente la assurdità meteorologiche cui ci stiamo abitando, il 2023 è stato un anno particolarmente positivo sul fronte della qualità dell'aria. Di più: è stato tra i migliori di sempre, o almeno da quando le centraline di Arpa Lombardia monitorano la qualità dell'aria nei principali centri della Regionale Lombardia.
Anche a Treviglio e nelle (poche) stazioni di analisi della Bassa bergamasca. Sebbene pù ci si sposta verso sud, inoltrandosi nella pianura, più l'aria peggiora come dimostrano i dati, ancora comunque preoccupanti, di città quali Lodi, Pavia o Cremona.

Il report di Legambiente sul Pm10

Per quanto riguarda le polveri sottili - uno degli inquinanti più temuti, a cui le statistiche sanitarie imputano la gran parte delle patologie collegate allo smog - in tutta la Lombardia l'anno si chiuderà con dati ben al di sotto degli scorsi anni. Sia per quanto riguarda la media della concentrazione nell'aria (il limite di legge è di 50 microgrammi a metro cubo) che per quanto rigurda i giorni massimi di sforamento del valore medio di Pm10 nell'aria (che non dovrebbero essere più di 35, anche se la normativa europea in merito è in fase di revisione).

Bergamo: i dati sul Pm10

In generale, rispetto all'anno scorso sono andate meglio tutte le grandi città lombarde, anche se la fascia pedemontana (Bergamo, Verese, Lecco e Como) ha visto miglioramenti molto più importanti rispetto alla Bassa padana. Il valore annuale medio di Pm10 di a Bergamo, ad esempio, non ha superato i 24 microgrammi per metro cubo e il numero delle giornate oltre i limiti sono state solo 19. Nel dettaglio, in via Meucci la media è stata di 25,3 e in via Garibaldi di 23,6.

Pm10, i dati di Treviglio

Meno bene, ma comunque impressionantemente meglio rispetto all'anno scorso, i dati di Treviglio, che se da un lato vede numeri leggermente peggiori del capoluogo, dall'altro rispetto all'annus horribilis del 2022 finalmente rientra abbondantemente nei limiti.

A Treviglio la media dei valori della concentrazione di Pm10 nell'aria rilevata dalla centralina di analisi dell'Arpa installata in piazza Insurrezione è stata pari a 26,6 microgrammi per metro cubo, nel 2023. I giorni di sforamento nel 2023 (a ieri) sono stati "solo" 28.

Basti pesare che nel 2022 gli sforamenti erano stati una sessantina e il valore medio di Pm10 nell'aria era stato di 33,1   in aumento tendenziale almeno dal 2018

Pm10, i dati di Casirate

Peggio di Treviglio fa Casirate d'Adda, dove la centralina si trova nei pressi del cimitero, in una zona particolarmente delicata in cui l'orografia della pianura porta a concentrarsi, da sempre, il ristagno degli inquinanti atmosferici. Qui la concentrazione di Pm10 nell'aria rilevata dalla centralina di analisi dell'Arpa è stata di 30,4 microgrammi per metro cubo. Gli sforamenti durante l'anno sono stati 41.

Pm10, i dati di Osio Sotto

Spostandoci a nord, anche la stazione di rilevamento di Osio Sotto misura prevedibilmente dati migliori che a Treviglio, con una media annuale di 24,6 microgrammi per metro cubo e soltanto 17 sforamenti.

Ha pesato il meteo anomalo

"Si tratta di un deciso miglioramento di qualità che si verifica dopo diversi anni di dati sfavorevoli che non lasciavano intravedere una prospettiva di cambiamento a breve - è il commento affidato ad una nota dell'associazione ambientalista lombarda - Sicuramente hanno contribuito le vicissitudini di un anno meteorologicamente anomalo, soprattutto per quanto riguarda la frequenza e la durata dei fenomeni di inversione termica che favoriscono l’accumulo degli inquinanti negli strati bassi dell’atmosfera, quelli in cui noi tutti viviamo e respiriamo, più che per le politiche introdotte. L’evoluzione degli indicatori nei prossimi anni dirà se e in che misura i dati del 2023 esprimono una reale tendenza di miglioramento o un caso isolato"

Cauto ottimismo da Legambiente

“Cogliamo questi segnali di miglioramento con cauto ottimismo, ma sappiamo che la strada da fare per raggiungere livelli adeguati di qualità dell’aria è ancora molto lunga e richiede politiche più impegnative, che ancora non vediamo, soprattutto sui versanti della mobilità sostenibile e delle emissioni di fonte agricola -  dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.

“In ogni caso, è una strada da percorrere con maggiore determinazione per i molti benefici che si possono generare, oltre alla riduzione dello smog: una maggiore qualità dell’ambiente urbano, la riduzione della congestione stradale, il contenimento delle emissioni climalteranti e degli impatti della zootecnia intensiva, per non parlare dei benefici sanitari”.

Il traguardo è comunque lontano

Se è vero, tuttavia, che l'Organizzazione mondiale della sanità indica per il PM10 un valore soglia medio annuo pari a 15 microgrammi per metro cubo, la strada da percorrere è ancora lunga. "Per tentare di fornire una interpretazione del deciso miglioramento della qualità dell’aria in queste città, si può notare che, dai dati dell’inventario emissivo regionale (INEMAR), si tratti dei capoluoghi delle province lombarde in cui la fonte prevalente di emissioni di particolato primario è costituita dalla combustione di legna (per riscaldamento domestico). Il miglioramento misurato potrebbe dunque indicare, almeno in parte, un miglior uso degli impianti termici delle abitazioni, e in particolare un sempre minor ricorso ai micidiali caminetti aperti" conclude Legambiente.

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