Spino

«Nonno Diego» scolpisce l’albero che ha guarito l’amico Bosia

Un modo per tenere in vita il platano. L'artista, ex giardiniere, trasforma tronchi di vecchie morte in opere d’arte

«Nonno Diego» scolpisce l’albero che ha guarito l’amico Bosia
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«Nonno Diego» scolpisce il platano di Marco Bosia: un albero centenario che lo ha aiutato in un momento difficile a cui lui ha pensato di rendere omaggio. Succede a Spino.

"Quell'albero mi ha guarito"

«Nonno Diego», all'anagrafe Diego Cremonesi, trasforma tronchi di vecchi alberi morti in opere d’arte, ma questa volta lo ha fatto su richiesta di un amico.

"Quando ho lasciato il mio vecchio lavoro e mi sono trasferito qui, nella mia fattoria “Primaluce”, tutti i giorni mi sedevo ai piedi del tronco - ha raccontato Bosia - e grazie alla sua ombra riuscivo a rilassarmi completamente, e poco a poco il mio esaurimento nervoso è sparito. Ora che l’albero è morto non volevo fosse dimenticato, e così ho contattato Diego affinché gli donasse una seconda vita".

Sculture negli alberi

Cremonesi è un artista che scolpisce il legno degli alberi ormai morti.

"Ho sempre avuto un certo interesse per la natura, ho fatto il giardiniere per 35 anni - ha raccontato - E poi ho scoperto anche quest’altra passione. Se cadono alberi storici, morti per malattia o per qualsiasi altra ragione, arrivo io e li trasformo in una scultura per mantenere viva la loro memoria. Per lo più scolpisco animali, ma creo spesso anche totem, personaggi storici o di fantasia, come Leonardo Da Vinci e Pinocchio, e persino mostri, come il drago Tarantasio a Vaprio. Questo lavoro mi regala una soddisfazione enorme, osservare l’espressione stupita di chi ammira le mie opere non ha prezzo. Soprattutto la meraviglia negli occhi dei bambini mi riempie sempre il cuore di felicità. In questo platano ho scolpito gli animali tipici della zona e cari a Marco: gufo, picchio, gallo, galline, airone… Un tronco molto difficile da intagliare con la motosega perché all’interno è marcio, e quindi molto morbido. È stata davvero una bella sfida, ma alla fine sono contento che l’albero che ha guarito Marco possa continuare a “vivere”».

Tuttavia nella memoria è rimasto anche un episodio amaro.

"Per onorare Leonardo Da Vinci, che ha passato diversi anni nel territorio vapriese, avevo scolpito alcune statue con il suo volto e le sue opere ingegneristiche - ha raccontato triste - Ma non è passato molto tempo che qualcuno, armato di sega, le ha tagliate e rubate".

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