Lorenza Trezzi festeggia 102 primavere e consiglia: "Vogliatevi bene e perdonate tutti"
Mercoledì 16 luglio alla Rsa "Vaglietti-Corsini" è stata festa grande

Mercoledì 16 luglio alla Rsa "Vaglietti-Corsini" è stata festa grande per i 102 anni di Lorenza Trezzi, uno di quei compleanni che vantano in pochi e lei, inossidabile, lo ha celebrato sfoderando il suo splendido sorriso.
Lorenza Trezzi ultracentenaria
Una bella tavolata allestita in modo mirabile per uno stuzzicante apericena, una torta da leccarsi i baffi, bollicine e tutt'intorno parenti, amici, staff e ospiti della casa di riposo, che con lei hanno condiviso la gioia per aver raggiunto un traguardo eccezionale: 102 primavere. C'erano davvero tutti gli ingredienti giusti per fare una festa con i fiocchi a Lorenza, fibra d'acciao, sempre lucidissima, pronta a divorare libri e a divertirsi giocando a carte. Per lei anche fiori, regali e un emozionante video di auguri, oltre a quelli espressi di persona dal presidente Maurizio Cansone, anche a nome dell'Amministrazione comunale di cui fa parte in veste di assessore.
"La vita di Lorenza è per noi un libro aperto - ha detto - nelle sue pagine troviamo esempi e buoni consigli".
"Volersi bene e perdonare tutti"
Originaria di Boltiere, vedova, madre di due figli, nonna di tre nipoti e bisnonna di un adolescente, ha deciso di sua sponte di entrare nella Rsa alle soglie del secolo di vita, e ha vissuto questi ultimi anni in serenità. Come fare per arrivare alla sua età in una forma così invidiabile? I consigli possono essere tanti ma sul più importante Lorenza non ha dubbi: "Volersi bene e perdonare tutti".
Una vita intensa
In occasione del suo centesimo compleanno, Lorenza aveva raccontato un po' della sua vita.
"Non c’è un segreto per viveere a lungo, basta lavorare, voler bene e cercare di andare d’accordo con tutti" aveva affermato risoluta, fiera di essere ancora autonoma quasi in tutto.
"Vivevo con uno dei miei figli, ma mio nipote doveva dormire sul divano perché non aveva la stanza, allora gli ho lasciato la mia e sono venuta a vivere qui: lui studia ancora, è giusto lasciare lo spazio ai giovani - aveva spiegato sorridendo - Io sono nata alla cascina Dogana di Boltiere, lontana due chilometri dal paese, eravamo otto fratelli. Ricordo la fame e il freddo quando a novembre cominciava a nevicare e andavamo a scuola con gli zoccoli ai piedi. Quando nel 1931 è mancato mio nonno abbiamo chiesto un prestito e ci siamo trasferiti in paese. Nel 1936 sono andata a lavorare a Crespi in tessitura, poi in Germania a raccogliere patate, carote, sedano e canna da zucchero con mio padre, per poter restituire il prestito. Eravamo 25 bergamaschi, il principale era molto buono. Lungo le strade c’erano alberi da frutta ma non si poteva cogliere nulla, erano dello Stato, altrimenti erano 40 marchi di multa, allora andavamo la sera a prenderle... Poi è scoppiata la guerra e sono tornata a casa, poi sono entrata in uno stabilimento del paese".
Anni duri, ma la permanenza in Germania è tornata utile.
"Un contadino col trattore aveva abbattuto un cancello e la gente era entrata in uno stabile portandosi via tutto - ha raccontato ancora - il giorno dopo un tedesco è venuto armato a dire che si doveva restituire tutto: allora io sono scesa e visto che conoscevo il tedesco gli ho detto che noi non avevamo preso nulla. Mia madre tremava di paura...".
Chiuso il terribile capitolo della guerra, Lorenza si è sposata nel 1952 con Luigi Rossetti e quando il suo stabilimento ha portato avanti la famiglia.
"Nel 1959 morì mia madre, avremmo dovuto festeggiare le nozze di mia sorella e invece abbiamo fatto il suo funerale - aveva rammentato - per me è stato un dolore grande, ho perso i sensi. Ho subito anche un intervento alla schiena e quando ho partorito il medico non ci credeva... Per lui era un miracolo che avessi portato a termine la gravidanza".
Una forza della natura Lorenza.
"Qui mi trovo a mio agio - aveva concluso - leggo molto, faccio una passeggiata in giardino e poi con le altre ospiti facciamo una bella partita a carte. Finché la mia testa c’è va tutto bene!".