Lo Ius Scholae e la Bassa: sono 11mila i minorenni senza cittadinanza nelle nostre scuole
Cosa comporterebbe nella nostra zona l'introduzione dello Ius Scholae, per riformare il diritto di diventare italiani per i ragazzi figli di immigrati.
È probabilmente uno dei più grandi temi «rimossi» dalla politica degli ultimi trent'anni. L'elefante nella stanza dei diritti e della giustizia sociale, che specialmente nella provincia profonda della manifattura, della logistica e dell'agricoltura, è una realtà consolidata da oltre vent'anni, che qualunque insegnante conosce benissimo. Parliamo delle altissime percentuali di ragazzi di origine straniera che frequentano le nostre scuole. Ragazzi che sarebbero italiani in tutto e per tutto, e che nella maggior parte dei casi sono persino nati in Italia. Ma che invece sono stranieri, per la legge. Condannati ad una marginalizzazione che non è solo «sulla carta», ma che è spesso è dimostrabilmente collegata anche a oggettivi svantaggi economici, sociali, culturali.
Lo Ius Scholae: la proposta di Forza Italia e i numeri nella nostra zona
Di cittadinanza si è tornati a parlare nelle ultime settimane grazie ad una proposta presentata a livello nazionale da Forza Italia: l'introduzione dello Ius Scholae, per riformare il diritto di diventare italiani per i ragazzi figli di immigrati. Tre gli obiettivi del ministro Antonio Tajani: abbassare a 16 anni l'età per chiedere la cittadinanza, vincolandola non più alla nazionalità dei genitori ma al completamento del ciclo educativo italiano, che dura dieci anni; scardinare le assurdità del diritto di sangue; accorciare i tempi biblici della burocrazie in fatto di ottenimento dei documenti.
I numeri: un milione di nuovi italiani senza cittadinanza
La riforma interesserebbe potenzialmente, a livello nazionale, buona parte del milione di minorenni che oggi vivono nel Belpaese senza cittadinanza italiana. Per lo più, ormai, immigrati di seconda generazione. Nel solo fazzoletto di pianura tra l'Adda e l'Oglio, tra la Bassa bergamasca e l'Alto Cremasco i minorenni tra 0 e 17 anni residenti sono circa 11mila. Si tratta di 1274 trevigliesi (dati Istat all'anno 2021 elaborati da Open Polis), 1235 romanesi, 605 caravaggini, 248 brignanesi. In media, nella nostra zona, un minorenne su cinque non ha la cittadinanza italiana.
Zingonia e la Calciana
Quali sarebbero i territori della nostra zona maggiormente interessati dalla riforma? La percentuale di minorenni stranieri sul totale dei ragazzi e dei bambini sotto i 18 anni presenti è particolarmente alta nell’area di Zingonia, (terra di ormai antica immigrazione) e la Bassa bergamasca orientale, in particolare la Calciana. Qui, all’immigrazione agricola connessa all’allevamento intensivo si è innestato recentemente anche un nuovo ingente flusso, fatto da centinaia di famiglie arrivate insieme alle nuove infrastrutture e alle connesse attività logistiche.
Verdellino: è «straniero» un verdellinese minorenne su tre
Il Comune con la più alta percentuale di minori stranieri in rapporto alla popolazione è Verdellino, con 482 minori stranieri su 1481 residenti (il 32,5%, quasi il doppio della media nazionale). Seguono Antegnate, Romano di Lombardia, Calcio, Covo, Fontanella, Martinengo, Cividate e Barbata, dove più di un ragazzo su quattro non ha la cittadinanza italiana. A Treviglio per percentuale è del 24,3%.
Dalla parte opposta della classifica ci sono invece alcuni piccoli Comuni del Cremasco: Quintano, Capralba, Pieranica e Camisano, meno meno del 10% di incidenza, e Castel Rozzone.
La maggioranza divisa
Inutile dire che la proposta di riforma ha scaldato gli animi della maggioranza di centrodestra al governo, specie tra i leghisti. Anche perché la proposta ha trovato sostenitori inattesi anche a destra. Nei giorni scorsi ha «aperto» alla discussione anche il capogruppo in Senato di FdI Lucio Malan. Nella Lega i malumori più intensi. Favorevole il Pd.
Diritti negati, svantaggi reali
Come spesso accade occorre prendere in mano i dati per analizzare il fenomeno nella maniera più oggettiva possibile. E’ quello che ha fatto il centro di ricerca Openpolis che ha pubblicato recentemente un approfondimento (elaborando gli ultimi dati disponibili dell’Istituto di statistica del 2022) sulla presenza di minori stranieri senza cittadinanza. Nel rapporto emerge chiaramente che sono i minori stranieri coloro che vivono maggiormente condizioni di svantaggio economico, sociale e culturale. Hanno tre volte il tasso di abbandono scolastico e una famiglia su tre è in povertà assoluta. Lo studio indica proprio nella scuola il centro delle politiche di inclusione e cittadinanza. «Perché – hanno scritto i ricercatori – la cittadinanza è fattore decisivo nell’incidenza di povertà assoluta tra le famiglie con figli. La fragilità economica genera maggior rischio di esclusione e fenomeni di discriminazione e bullismo».