Tradizioni

La ricchezza del dialetto, ad Alzano si inaugura il foyer "Bergamasco lingua viva"

Per rispolverare un po' anche il nostro dialetto vi riproponiamo una puntata del podcast realizzato dal Giornale di Treviglio nel 2022: buon ascolto

La ricchezza del dialetto, ad Alzano si inaugura il foyer "Bergamasco lingua viva"
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Una lingua è capace di custodire il patrimonio di un'intera comunità, lo identifica e lo rende unico e prezioso. Una ricchezza immensa quella dei dialetti e delle lingue locali che oggi, venerdì 17 gennaio, è stata celebrata in occasione della Giornata nazionale istituita nel 2013 proprio per salvaguardare e valorizzare le espressioni linguistiche appartenenti al patrimonio immateriale del nostro Paese. Ad Alzano Lombardo, questa mattina è stato inaugurato il foyer "Bergamasco lingua viva".

Il foyer "Bergamasco lingua viva"

Il progetto nasce dal desiderio di mantenere vivo il ricordo dell’opera di Ezio Foresti, prematuramente scomparso lo scorso aprile, originario di Alzano Lombardo, cultore della lingua bergamasca, autore e regista. "Bergamasco lingua viva" è stato ideato dall’agenzia di comunicazione PG&W, con cui Ezio Foresti ha collaborato per più di vent’anni, unitamente all’Amministrazione comunale di Alzano Lombardo, con l’obiettivo di realizzare un allestimento permanente all’interno del foyer posto al primo piano della biblioteca comunale.

Nella sua opera, Foresti ha ripreso, valorizzato e modernizzato l’opera del concittadino Antonio Tiraboschi (1838 – 1883) anch’esso impegnato nello studio del dialetto bergamasco e, al contrario, dell’alfabetizzazione della popolazione delle valli di Bergamo, a cui era sconosciuto l’italiano. Il foyer si propone di perpetuare l’opera sia di Tiraboschi sia di Foresti, che hanno operato con l’obiettivo di tramandare alle future generazioni il patrimonio di sapere specifico della terra bergamasca che, come in tutti i dialetti, è racchiuso nei modi di dire e nelle espressioni tipiche in uso nel territorio.

Un’esperienza immersiva tra tradizione e innovazione

Situato al primo piano della biblioteca, il foyer “Bergamasco Lingua Viva” offre un allestimento permanente che unisce tecnologia e tradizione. La sala, caratterizzata da un’atmosfera conviviale, sarà un punto di riferimento per la comunità e un luogo ideale per coinvolgere anche i più giovani nella riscoperta del dialetto. I visitatori, che vivranno un’esperienza immersiva, potranno esplorare un database di proverbi e modi di dire bergamaschi tramite uno schermo touch interattivo; assistere a un video-dialogo animato, un incontro virtuale tra Foresti e Tiraboschi, dove i due si confrontano sull’evoluzione del dialetto nel tempo; consultare libri e materiali sulla cultura bergamasca in un’accogliente area salotto con poltroncine e tavoli dedicati e scoprire pannelli illustrativi con il manifesto del progetto e le biografie dei protagonisti.

La borsa di studio Ezio Foresti: un investimento sulla cultura

A completare l’iniziativa del foyer “Bergamasco Lingua Viva” è stata proposta una borsa di studio annuale intitolata a Ezio Foresti, destinata agli studenti del Dipartimento di Lettere, Filosofia e Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo. L’obiettivo è sostenere tesi di laurea magistrale sul tema “Bergamasco Lingua Viva”, incentivando la ricerca accademica sul dialetto e la cultura del territorio.

“Con questa iniziativa non vogliamo solo onorare l’eredità del collega e amico Ezio Foresti, ma anche promuovere una riflessione sul valore del patrimonio immateriale rappresentato dal dialetto e dalla cultura bergamasca - afferma Alberto Gottardi, Ceo di PG&W - L’iniziativa rappresenta un ponte tra passato e futuro, tra il mondo accademico e le comunità locali, contribuendo alla trasmissione di una tradizione culturale unica alle future generazioni e rafforzando il legame con le nostre radici”.

Camillo Bertocchi, sindaco di Alzano Lombardo sottolinea che “l’opera di Ezio Foresti ha capacità di mantenere vive, con semplicità e arguzia, parole e modi di dire che nei dialoghi con i miei genitori sono ancora oggi cosa normale, ma con i miei figli sono puri oggetti sconosciuti. Il valore dell’opera di Ezio sta proprio in questo, nella capacità di stimolare e attualizzare una lingua che è, e deve essere, orgoglio e identità anche per le nuove generazioni, una lingua che non è solo dire, ma anche e soprattutto essere”.

Il dialetto è vivo (ma a rischio)

Anche a Treviglio - come nel resto della Bassa - il dialetto resta uno dei beni culturali più importanti e preziosi, ma sta morendo giorno dopo giorno, ed è tutta colpa nostra. Il dialetto trevigliese, una lingua a tutti gli effetti, che per secoli ha accompagnato i pensieri e le parole di decine di migliaia di uomini e donne, in città, dando forma al loro mondo. C'è un modo per salvarlo? Ha senso cercare di farlo? Un buon primo passo per rispondere a queste domande è cominciare a conoscerlo, chiedendo magari a uno come il professor Erminio Gennaro di farci da Virgilio, facendoci (ri)ascoltare con nuove orecchie una lingua così familiare e insieme già così lontana. Insegnante, italianista, ricercatore dell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, Gennaro è un'istituzione a Treviglio, in fatto di dialetto. L'intervista è diventata presto una piccola e divertente interrogazione sulle particolarità della parlata cittadina (a intervistarlo Davide D'Adda e Andrea Palamara, entrambi "rimandati a settembre").

E allora vi riproponiamo una delle puntate del podcast "Il generale senza spada", realizzato dal Giornale di Treviglio nel 2022. In questa puntata (disponibile a questo link) Gennaro ci accompagna in un viaggio nel dialetto.

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