Urgnano

«La fatica di essere giovani», progetto educativo tra scuola e carcere

Ideato da ANC e Istituto comprensivo, ha colpito il consigliere regionale Malanchini: "È una buona pratica che si potrebbe replicare in vari Comuni".

«La fatica di essere giovani», progetto educativo tra scuola e carcere
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Presentato il progetto di cittadinanza attiva «La fatica di essere giovani» ideato dalla sezione di di Cologno, Urgnano e Spirano dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dall’Istituto Comprensivo di Urgnano, un percorso educativo a sostegno di fragilità e legalità in cui sono stati coinvolti i detenuti del carcere di Bollate.

«La fatica di essere giovani»

Un progetto che si può definire «pilota», che ha colpito molto il consigliere regionale Giovanni Malanchini e che potrebbe diventare un modello per tutta la Lombardia. Mercoledì 31 maggio infatti, il presidente del sodalizio Paolo Bettonagli lo ha invitato a partecipare all’assemblea in palestra con gli alunni di terza media, alla presenza della dirigente scolastica Valeria Cattaneo e dei genitori. Presenti anche il sindaco Marco Gastoldi, il collega di Spirano Juri Grasselli e la sindaca dei ragazzi Ginevra Avogadri. È stata la tappa finale di un percorso durato un paio di settimane, tra scuola, castello e carcere, con l’obiettivo di «educare a riconoscere, giudicare e trasformare le proprie emozioni e fragilità in punti di forza del proprio “io”… non più solo. Un viaggio motivazionale dove regole e regolamenti diventano criteri ideali con cui imparare a confrontarsi prima di ogni azione». Dopo i saluti istituzionali, è arrivata la testimonianza di un carcerato seguito dall’arteterapeuta Luisa Colombo, dell’associazione «My Urby», rappresentata dalla vicepresidente Francesca Denti. Una storia che ha fatto riflettere. Poi i ragazzi hanno letto brani di lettere scritte ai detenuti, davvero toccanti. I genitori, entusiasti, hanno già chiesto di ripetere l’esperienza e così sarà, il prossimo a settembre.

La fatica di essere giovani

La proposta di Malanchini

"Non posso che fare i complimenti all’associazione per aver ideato questo percorso di educazione civica che costituisce un modello unico - ha commentato Malanchini - intendo presentarlo alla Commissione speciale Tutela dei diritti delle persone private della libertà personale e condizioni di vita e di lavoro negli istituti penitenziari di Regione Lombardia, la cosiddetta Commissione carceri. È una buona pratica che si potrebbe replicare in vari Comuni, ferma restando la necessità di coinvolgere i sindaci e gli istituti scolastici".

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