Castel Liteggio

"Io innamorato dell’antico borgo farò rivivere cascina e chiesetta"

Il gallerista Thomas Brambilla ha acquistato la casa dei nonni per realizzare un ambizioso progetto

"Io innamorato dell’antico borgo farò rivivere cascina e chiesetta"
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Nel cascinale di fronte al castello nascerà un’esposizione d’arte e la splendida chiesetta abbandonata, che si affaccia sulla Provinciale 128, tornerà a vivere.

"La mia infanzia legata alla cascina e alla chiesetta"

Un progetto ambizioso quello del gallerista Thomas Brambilla, innamorato di Castel Liteggio, che cullò la sua infanzia.

"I miei nonni materni, Spirito Zampoleri e Giuseppina Pelucchi, abitavano lì - ha spiegato il 40enne proprietario di una galleria d’arte contemporanea a Bergamo - si erano trasferiti dalla cascina Trinità quando mia madre Gabriella era appena nata, perché mio nonno era diventato un mezzadro dei conti Bonomi di Bergamo, proprietari del castello, della chiesa e della cascina. Ho un ricordo molto nitido di quelle bellissime domeniche in cui da bambino andavo a trovarli, infatti io e i miei genitori abitavamo a Cologno, dove vivo ancora oggi. Ero entusiasta di raccogliere le uova delle galline nel fienile, di vedere le mucche nella stalla e i trattori. Se ci penso è incredibile ma lì si scaldava ancora l’acqua sulla stufa".

Nei primi anni ‘90 i conti vendettero le proprietà, ma la famiglia decise di non ritirarla.

"Mio zio non voleva continuare l’attività agricola e si trasferirono tutti in paese - ha continuato - la cascina quindi è passata di mano per poi finire all’asta. Sono sempre stato innamorato di quel posto, i miei primi amori furono le pietre del castello, ero affascinato dallo scalone e dalle balaustre scolpite a mano... Forse è lì che è nata la mia passione per l’arte che in seguito è diventata la mia professione. A Castel Liteggio quindi mi lega un particolare affetto anche per quello".

E ora il cerchio si chiude, come per magia.

L'acquisto all'asta e il progetto

"Prima che scoppiasse la pandemia da Covid avevo visto che la proprietà era all’asta - ha spiegato Branbilla -. Mi sembrava davvero un peccato lasciarmela scappare ma all’inizio costava troppo, due milioni di euro, compreso anche il terreno sul retro. Poi è scomparsa dall’asta per qualche tempo e quando è riapparsa la cifra man mano è scesa. Sono riuscito ad acquistarla a fine dicembre... Tra casa, stalla con le costruzioni vicine e cortile interno sono circa settemila mq, più la chiesetta con sacrestia di circa 200 mq. Ho coronato un sogno: nella casa intendo viverci e nella stalla e nel resto voglio farci un’esposizione di opere d’arte. La chiesetta invece voglio recuperarla attraverso gli artisti con cui collaboro per farne qualcosa di unico e farla anche riconsacrare. Peccato l’abbiano depredata. Tutto ovviamente in stile: mi occupo di arte contemporanea ma odio le violenze su quella antica".

Per prima cosa è stato necessario ripulire tutto.

"Non solo vi era cresciuta una giungla, ma qualcuno ha trasformato il posto in una discarica a cielo aperto - ha raccontato il gallerista - faldoni, carta, ferro, plastica, giocattoli... Ma che senso ha? Perché non portarli in discarica? Ho fatto 35 carichi con il mio furgoncino per portare via tutto".

E dopo la messa in sicurezza, soprattutto dei tetti, comincerà l’iter burocratico.

"Intendo chiedere il cambio di destinazione d’uso dell’area, oggi di servizio - ha concluso Brambilla - quindi ottenere permessi e autorizzazioni per cominciare i lavori".

Un ritorno al passato con lo sguardo verso il futuro: un primo passo per riqualificare e far rivivere un angolo dell’antico borgo lasciato da troppi anni in balia del logorio del tempo.

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